E' morto il 'macellaio di Genova'
Data: Mercoledì, 15 febbraio @ 13:36:09 CET Argomento: Per Non Dimenticare
L'ex colonnello delle SS è morto la settimana scorsa per cause naturali all'età di 97 anni, dopo essere sfuggito all'arresto, grazie anche a certi giudici compiacenti - di Inti
(AGI) - Berlino, 13 feb. - E' morto Friederich Engel, "il macellaio di Genova".
La procura di Amburgo ha reso noto che l'ex colonnello delle SS è deceduto la settimana
scorsa per cause naturali all'età di 97 anni.
Nel 2002 Engel era stato condannato a sette anni di carcere come responsabile dell'eccidio
del Passo del Turchino, avvenuto il 19 maggio del 1944: il tribunale di Amburgo lo ritenne
colpevole di aver ordinato l'esecuzione di 59 prigionieri politici.
Nel 2004 la sentenza venne annullata dai giudici della Corte federale tedesca di giustizia, secondo i quali sebbene l'ordine della strage fosse venuto da Engel, non c'erano prove sufficienti per l'accusa di omicidio.
Si doveva, questa la loro opinione, fare un nuovo processo, che pero' non era possibile data l'età dell'imputato. Engel, capo dell'Aussenkomando, il servizio di sicurezza nazista in Liguria, era ritenuto responsabile anche della strage della Benedicta: 147 partigiani furono catturati durante un rastrellamento nell'aprile del 1944.
Catturato dalle forze statunitensi vicino Francoforte, nel 1947 evase e visse sotto falso nome fino al 1954, quando riassunse la sua vera identità. La certezza di averla fatta franca era tale che nel 1971 ebbe la sfrontatezza di testimoniare a favore di Bosshammer, deportatore di ebrei da Genova, senza che nessun giudice tedesco gli chiedesse conto del suo passato.
Per lui, come per tutti gli assassini nazifascisti vale la pena di ricordare le parole di Piero Calamandrei:
Lo avrai,
camerata Kesserling, [ma anche camerata Engel!]
il monumento che pretendi da noi italiani:
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi...
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio;
non con la terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità;
non con la neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono;
non con la primavera di queste valli
che ti videro fuggire,
ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno,
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono,
per dignità, non per odio,
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore dei mondo.
Su queste strade, se vorrai tornare,
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi con lo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama, ora e sempre,
RESISTENZA
|
|