Storia di una forte esperienza di legalità
Data: Martedì, 07 febbraio @ 14:00:00 CET Argomento: Succede in Italia
Cosa abbiamo portato a casa da Palermo.
Contro la Mafia, per un Paese migliore.
Siamo un gruppo di scout dai 17 ai 20 anni appartenenti al gruppo scout AGESCI Vicenza 26.
A novembre 2004 ci arrivò la proposta di fare un campo estivo di servizio a Palermo dal tema "legalità contro la mafia" e noi con, grande entusiasmo, accettammo.
Tutto l’anno è stato orientato alla preparazione al campo, da un lato con dibattiti e testimonianze sul tema della legalità e della mafia in particolare, dall’altro lato abbiamo lavorato per autofinanziarci il viaggio ( un lavoro davvero faticoso! ).
Il viaggio per Palermo è stato molto parecchio dispendioso per giovano ragazzi come noi; e per pagarlo abbiamo infatti svolto svariati lavori di autofinanziamento: abbiamo raccolto offerte, partecipato a raccolte fondi, venduto biglietti di una lotteria, fatto servizio a tornei di calcetto, Festambiente, sagre parrocchiali, venduto torte e bonsai.
Abbiamo recuperato tantissimi fondi, come non avremmo mai sperato!
Nostro mentore è stato il presidente regionale dell’associazione Libera (nomi e numeri contro la MAFIA) che ci ha, durante un’incontro, raccontato e spiegato una realtà che molti di noi ignoravano.
Il 30 luglio 2005 siamo partiti alla volta della Sicilia, con destinazione l’agriturismo “Portella della Ginestra” della cooperativa sociale Placido Rizzotto. Questa cooperativa è nata per gestire, con finalità di utilità sociale, i terreni confiscati alla mafia dallo stato. La sfida di questa cooperativa è far fruttare terreni che sono stati a lungo in mano alla mafia, mostrando alla Sicilia che il lavoro e la legalità possono andare d’accordo. I prodotti della cooperativa Placido Rizzotto (pasta, olio, ceci, salsa di pomodoro, vino...) sono commercializzati sotto il marchio “Libera Terra” in tutta Italia e acquistandoli si compie un piccolo gesto che contribuisce a combattere il problema.
Abbiamo subito notato la dedizione e la volontà che hanno profuso le varie persone che si sono impegnate nel mantenimento e nell’evoluzione della cooperativa. Abbiamo percepito, visto realizzare (e realizzato un po’ anche noi) un’azione reale e tangibile contro la mafia, non parole di eleganti politici alla televisione ma fatiche e impegno da parte di queste persone, accomunate dal perseguimento dello stesso grande obiettivo: mostrare un’alternativa reale e efficace alla mafia.
Abbiamo incontrato Manfredi Borsellino, figlio del defunto giudice, che ci ha trasmesso la fatica che, tuttora, i siciliani devono quotidianamente fare per cercare giustizia e legalità.
Vorremmo far sapere, anche se è difficile trasmettere le nostre emozioni attraverso queste poche righe, ciò che ci ha lasciato quest’avventura, in modo che le grandi fatiche di pochi siano aiutate dai piccoli gesti di molti.
La cooperativa ci ha incaricato di prestare servizio presso l’agriturismo che gestisce a Portella della Ginestra, splendida località che separa San Giuseppe Jato da Piana degli Albanesi. Al nostro arrivo ci siamo subito sistemati nel nuovissimo maneggio appena costruito (sì, abbiamo alloggiato proprio in una... stalla!).
Dal giorno seguente, dopo aver conosciuto la storia, le intenzioni e gli obiettivi della cooperativa, abbiamo iniziato a sistemare il cortile. Il vero lavoro sarebbe iniziato solo il giorno seguente, quando sarebbero arrivati i pali per la palizzata, il cemento e i nuovi attrezzi per far lavorare tutti.
L’incarico che ci è stato affidato era di ristrutturare gli spazi esterni di una cascina, appartenuta ad un ex boss mafioso, che costituiva l’agriturismo. La costruzione di un muretto, di una staccionata e la riesumazione di una tipica pavimentazione rurale sicula, coperta da anni di abbandono sotto una montagna di erbacce e terra, sono stati il segno tangibile del nostro passaggio.
Gli ultimi tre giorni di campo sono stati il premio per tanto lavoro fatto. Abbiamo infatti soggiornato a Palermo presso un antico convento nel mezzo del mercato di Ballarò e abbiamo potuto visitare la città e conoscere i suoi splendidi cittadini.
Al ritorno a Vicenza, dopo aver riflettuto sull’esperienza fatta, ci siamo chiesti che cosa potevamo fare per portare anche nella nostra città la sete di giustizia e legalità che abbiamo percepito in Sicilia.
Ci auguriamo che lo Stato sia percepito sempre più, a Vicenza come a Palermo, come l’unico vero strumento di coesione sociale, contro il messaggio disgregatore della delinquenza e dell’illegalità.
Rispettare le leggi (tutte, anche quelle che non ci fanno comodo), partecipare alla vita delle nostre comunità, denunciare le situazioni di illegalità e di ingiustizia sono i modi con cui ci vogliamo opporre alla mentalità mafiosa.
Questa lettera vuole essere un messaggio di speranza e un augurio ai nostri amici che quotidianamente devono contrastare il fenomeno mafioso (intimidazioni e furti ai danni della cooperativa sono all’ordine del giorno).
Aiutateci anche voi, piccoli gesti possono rendere migliore la vita di tutti!
I ragazzi del Clan Vicenza 26 AGESCI
Grazie PiccolaRemedios per averci reso partecipi della tua esperienza. Riceviamo e pubblichiamo molto volentieri.
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