Ministro (D)istruzione
Data: Mercoledì, 12 ottobre @ 14:27:03 CEST Argomento: Succede in Italia
Gli studenti (e i professori) sono scesi in piazza. In oltre 40 città si protesta contro la riforma scolastica del ministro Moratti. Anche le Università da lunedì sono ferme.
Cosa sta succedendo alla nostra istruzione? - di Arianeve
Sono in migliaia in corteo contro la Moratti: a Roma la manifestazione nazionale e cortei in moltissime altre città italiane. Probabilmente anche tanti ramblers della Grande Famiglia: perché non ci scrivete raccontandoci come stanno andando le cose dentro le scuole, le università e i cortei?
Un po' di rassegna stampa, dagli articoli di Daniele Semeraro per Repubblica:
ROMA - Decine di migliaia di studenti sono scesi in piazza, oggi, in tutta Italia per protestare contro la riforma scolastica proposta dal ministro Moratti. La manifestazione, organizzata dall'Unione degli Studenti, Studenti di Sinistra e Rete Studenti, ha avuto l'appoggio di tutte le associazioni studentesche, anche quelle di diretta emanazione dei partiti. Il corteo principale si è snodato per il centro di Roma, ma forti adesioni sono state registrate anche a Torino, Milano, Palermo, Trieste, Firenze. Record di presenze, secondo gli organizzatori, a Napoli.
Per l'Unione degli Studenti la manifestazione "nel complesso è andata molto bene, con una quarantina di cortei nelle principali città italiane".
"Mancano pochi giorni al termine per l'approvazione del decreto sulla scuola secondaria - spiega in una nota l'Unione degli Studenti - e il ministro Moratti sembra intenzionato ad andare avanti, nonostante il dissenso espresso ripetutamente da studenti, insegnanti, persino dalla Conferenza Stato-Regioni".
"Quello proposto dal governo è un progetto che divide in maniera netta chi va al liceo e chi va negli istituti professionali - ha detto Mauro Casola Coordinatore nazionale Uds -. Sono quattro anni che siamo mobilitati affinché questa legge non passi, e non è passata proprio grazie alle nostre proteste. Persino Confindustria ha mostrato perplessità. Siamo decisi a far sentire di nuovo la nostra voce di studenti".
Con la protesta si chiede al ministro dell'Istruzione Letizia Moratti di riflettere su tre punti principali:
1. Innalzamento graduale dell'obbligo scolastico fino a 18 anni. "Vogliamo un investimento grosso da parte del governo - continua Casola - per tamponare la dispersione scolastica, che in regioni come Sicilia e Sardegna arriva fino al 40%".
2. Legge quadro nazionale per il diritto allo studio e politiche complessive sull'accesso ai saperi.
3. Riforma degli organi collegiali nazionali e periferici per garantire maggiore democrazia e partecipazione degli studenti nelle scuole.
"Crediamo - hanno detto inoltre i promotori - che l'approvazione di questa riforma sarebbe deleteria per la scuola pubblica del nostro paese. Vogliamo che chi si propone come alternativa di governo si impegni per la cancellazione immediata della riforma Moratti".
Tra i punti più contestati della bozza di riforma del ministro dell'Istruzione la previsione di otto licei: classico, scientifico, linguistico, artistico, scienze umane, tecnico, musicale ed economico. La scuola professionale, poi, verrebbe affidata alle regioni e divisa in quattro anni obbligatori e un quinto opzionale, al quale accederà solo chi vorrà proseguire gli studi all'università.
Anche le Università sono ferme.
Così scriveva, ancora Semeraro, lo scorso lunedì:
Da ieri la maggior parte degli atenei italiani in agitazione contro la riforma.
Cortei alla Sapienza, attività sospese. Plateale protesta davanti alla Camera
Didattica bloccata, lezioni in strada
le università contro la Moratti
È esplosa la protesta nelle università. Fare lezione per tutta la settimana sarà molto difficile. Docenti, ricercatori, studenti e - nella maggior parte dei casi - anche i rettori si astengono dal lavoro per protestare contro il disegno di legge, fortemente voluto dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, che andrà a riordinare lo stato giuridico dell'università e sul quale si attende il voto della Camera. Le proteste si stanno estendendo a macchia d'olio praticamente in tutte le regioni d'Italia, con blocchi della didattica, lezioni in piazza, atenei aperti al pubblico.
Il blocco della didattica è stato deciso alla Sapienza di Roma a oltranza, e di fatto l'ateneo è fermo. Stessa decisione presa ufficialmente a Pisa.
I rettori: Giovedì una delegazione della Conferenza dei Rettori sarà ricevuta alla Camera. Per il presidente, Piero Tosi, si tratta di "un disegno di legge confuso e frettoloso, che non risolve i problemi del personale universitario, e che soprattutto non offre ai giovani reali prospettive di adire a ruoli stabili e di essere valutati in modo continuativo per il loro effettivo valore".
Per una panoramica, ancora incompleta, su quello che sta accadendo nelle università italiane, rimando all'articolo per esteso di repubblica online: www.repubblica.it/2005/i/sezioni/scuola_e_universita
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