Ulisse di James Joyce
Ulisse
- James Joyce - Mondadori-
Nel
1917 James Joyce spiegava a Georges Borach: "il più bello e interessante
dei soggetti è quello dell'Odissea. E' più grande e più umano di quello dell'Amleto,
superiore al Don Chisciotte, a Dante, al Faust. A Roma, quando avevo finito
circa la metà del Portrait, mi resi conto che l'Odissea doveva esserne il seguito".
E cominciò a scrivere l'Ulisse, che uscì a Parigi il 2 febbraio 1922, giorno
del suo quarantesimo compleanno, per iniziativa di una intraprendente americana
di Baltimora, la ventitreenne Sylvia Beach. Sei anni di intenso lavoro, di stesure
e continue revisioni per trasformare il grande mito in grande pantomima. Diciotto
capitoli, diciotto luoghi, diciotto ore e momenti, diciotto stili, una miriade
di personaggi e situazioni per raccontare l'eroicomica giornata di un ebreo
irlandese di origini magiare, l'agente pubblicitario Leopold Bloom. Un uomo
a spasso per Dublino dalle 8 alle 2 di notte del 16 giugno 1904: le sue azioni,
i suoi pensieri, le azioni e i pensieri della città, delle cose, della gente
che incontra, di Stephen Dedalus, ovvero l'altra parte di sé, il giovane intellettuale
in cerca di un padre (così come Bloom è in cerca di un figlio), di sua moglie
Molly, ovvero il grembo da cui si salpa e a cui si ritorna. Se non il più bello,
è il più decisivo libro del secolo, qui presentato nella traduzione che Giulio
De Angelis ha aggiornato sul testo critico proposto da Hans Walter Gabier.