Caos in Bolivia
Data: Mercoledì, 08 giugno @ 23:00:00 CEST Argomento: Succede nel Mondo
Potosí, la cittá piú alta del mondo (di una certa grandezza) vive la critica situazione boliviana con una tranquillitá che lascia trasparire solamente un’attesa silenziosa...
Solamente alcune manifestazioni per le piazze e da stamattina un blocco generale della cittá. Le altre cittá importanti, come La Paz, Cochabamba sono in prima linea; masse di manifestanti da giorni e giorni si scontrano con i fumogeni della polizia in tenuta da guerra. Finora i fucili non sparano pallottole ma potrebbe essere questione di ore.
Da un mese circa non si circola con facilitá sulle strade chilometriche che separano una cittá dall’altra, un dipartimento dall’altro perché i campesinos, manovrati dai partiti politici e dalle rappresentanze sociali, chiedono al Governo la nazionalizzazione della risorsa “gas” e in generale la revisione della legge truffa sugli idrocarburi (legge che appartiene all’ex governo di Gonzalo Sanchez de Lozada, il presidente fuggito nell’ottobre 2003) alla quale si somma la richiesta di un’assemblea costituente formata dal popolo stesso. Ma non é tutto: nel dipartimento di Potosí il magisterio (i professori delle scuole rurali) sono in sciopero da tre settimane e manifestano per le piazze e le strade bloccando l’accesso alle cittá, chiedendo un aumento impossibile del salario del 30%.
A El Alto (la cittá satellite di La Paz dove si mescolano tutte le etnie di Bolivia in cerca di una possibile fortuna) si chiede anche che venga cacciata una multinazionale che gestisce il servizio di acqua potabile.
Due giorni fa il presidente della Repubblica Carlos Mesa Gisbert ha dato le dimissioni, in un momento molto critico, proprio quando anche la Chiesa Cattolica era stata interpellata per trovare uno spazio di dialogo tra le parti, Governo, sindacati e attori sociali. La volontá ferrea di Mesa di non sparare un solo proiettile (memore delle vicende di ottobre nero del suo predecessore Sanchez de Lozada) non ha dato comunque la serenitá necessaria per arrivare al dialogo e da due giorni non é neanche pensabile di intraprendere un viaggio per nessuna destinazione.
Il bloqueos (blocchi stradali con pietre e qualsiasi altro ostacolo a portata di mano) hanno ora completamente paralizzato l’intero paese.
Di rientro dalla cittá di Cochabamba, dove ho accompagnato un amico in visita dall’Italia al progetto di acqua potabile che stiamo realizzando in una regione a sud di Potosí, ho avuto vari problemi per rientrare a casa.
Solamente gli aerei fanno spola tra un aeroporto e l’altro ma a Potosí esiste solo una pista non utilizzata e cosí ho noleggiato un piccolo aereo bimotore condiviso con tre turisti francesi bloccati anche loro a Sucre, a soli 150 chilometri da Potosí.
Sorvolando a un centinaio di metri le cime che separano i 2000 metri di dislivello Sucre-Potosí, sono riuscito a rientrare in casa per attendere che la situazione peggiori o trovi una soluzione.
Anche il presidente della camera Hormando Vaca Diez (sostituto del presidente dimesso) non sa che pesci pigliare vista la massiva e ferrea volontá dei manifestanti ad ottenere ció che da tempo viene chiesto, ossia la nazionalizzazione degli idrocarburi che farebbe entrare nelle casse delle regioni una considerevole somma di denaro che verrebbe poi investita in infrastrutture, educazione e salute.
La Chiesa, dalla cittá di S.Cruz de la Sierra, chiede che le azioni di blocco totale vengano ritirate per qualche tempo, in modo da permettere alle merci di arrivare ai mercati che soffrono da giorni l’assenza completa di viveri per la gente comune che si rifornisce ai mercati. A La Paz non si trova gia piú ne benzina ne diesel, a Potosí il gas in bombola scarseggia.
Ma i maggiori rappresentanti come Evo Morales (del MAS Movimiento al Socialismo) e Jaime Solares (della COB Central Obrera Boliviana) non cedono di una sola virgola finché non avranno la certezza che le richieste verranno accettate nella loro totalitá.
L’attesa é pesante, e le immagini che per televisione arrivano dalle vie intorno a piazza Murillo (dove si trova la sede del Governo) sono di guerriglia cittadina.
Plaza S.Francisco é presidiata dai manifestanti che scappano alle ondate periodiche della polizia con i fumogeni.
Bolivia, 8 giugno 2005
Davide Passuello
Volontario MLAL Progettomondo
Potosí - Bolivia
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