SOLIDARIETA' A DON GALLO
Data: Sabato, 04 giugno @ 13:35:14 CEST Argomento: Succede in Italia
Vi riporto (da www.sanbenedetto.org) la lettera del Vescovo Vicario Generale in cui si minaccia don Gallo di provvedimenti canonici e la risposta di questo grande prete e grande uomo...
A don Andrea Gallo tutta la mia solidarietà e, credo e spero, quella di tutta la Grande Famiglia!
La lettera del vescovo:
Reverendo don Andrea Gallo
Le affermazioni in questi giorni riportate dai mezzi di comunicazione e a Lei attruibuite, circa temi inerenti la tutela della procreazione e della vita umana e l'obbedienza al Magistero della Chiesa, come pure precedenti esternazioni irriguardose sul compianto Giovanni Paolo II e sul nuovo Papa Benedetto XVI, hanno suscitato non poco sconcerto tra i fedeli.
Inoltre, alcuni giorni fa, risulta che, invitato a prendere parte ad una pubblica manifestazione, nel territorio della diocesi di Reggio Emilia, Lei sia stato anche pubblicamente contestato a causa delle Sue affermazioni.
Tenuto conto della responsabilità che ogni sacerdote ha di garantire che il proprio insegnamento sia sempre conforme alla dottrina della Chiesa, e considerata la gravità delle affermazioni apparse sulla stampa, con la presente Le comunico che, per mio tramite, l'Arcivescovo, Card. Tarcisio Bertone, Le chiede di fare chiarezza su quanto attribuitoLe, smentendo le notizie apparse e/o rettificando pubblicamente, anche a mezzo stampa, le affermazioni da Lei eventualmente pronunciate o a Lei erroneamente attribuite.
Considerato che già nel passato l'Arcivescovo L'aveva richiamata in merito ad analoghe posizioni da Lei assunte, Le comunico che, se quanto sopra richiesto non avverrà prontamente nei prossimi giorni, si vedrà costretto a prendere i provvedimenti canonici del caso.
Mons. Luigi Palletti
Vescovo Vicario Generale
Genova, 1 giugno 2005
La risposta di don Andrea Gallo
Genova, 03 giugno 2005
Eccellenza Reverendissima,
Le dirò francamente che avrei preferito una lettera del Cardinale, mio Vescovo e mio Padre. Speravo, come vecchio, un incontro all’insegna della Carità e della correzione fraterna.
Dico questo, non certo per mancanza di rispetto alla Sua Persona di Vescovo e Vicario generale, “alter ego” dell’Ordinario.
Rispondo alla Sua lettera del 1 Giugno u.s. con serenità, per nulla preoccupato dei fraintendimenti, delle false interpretazioni, delle accuse generiche, di cosiddette esternazioni “irriguardose” e soprattutto non mi sfiorano i provvedimenti freddamente da Lei annunciati.
Conosciamo molto bene, se vogliamo essere onesti, lo “sconcerto” di certi fedeli, sempre fautori di chiusure e non di “dialogo” aperto e sincero.
Mi dispiace dover ricordarLe, ad onor del vero, che l’Arcivescovo non mi ha mai “richiamato” in merito ad analoghe posizioni, da me assunte nello specifico del referendum.
Dopo la Sua sollecitazione, Eccellenza, cercherò pertanto di “fare chiarezza”.
Con responsabilità presbiterale ho seguito con attenzione l’evolversi della situazione referendaria.
Dopo l’approvazione “blindata” della Legge 40/2004 era logico attendersi l’insurrezione laica.
Ho riflettuto molto sui Documenti del Vertice della CEI (sono abbonato all’Osservatore Romano).
Dopo la decisione di puntare tutto sull’astensione da parte dei Vescovi, ho cominciato da Marzo a meditare, pregare e riflettere.
Mi sono consultato con religiosi, religiose, con tante sorelle e fratelli cristiani, con giuristi e, per amore alla Chiesa, ho cercato di portare il mio contributo per evitare confusioni, steccati, muri contro muri, sempre alla luce del sole.
Non ho mai sostenuto il “Comitato del SI” e tanto meno la Lista Pannella.
Ho sempre agito libero ed indipendente.
A Rio Saliceto (Reggio Emilia) c’è stato un dibattito in piazza, aperto a tutti gli interventi. Quale contestazione? L’incontro è terminato tra gli applausi della stragrande maggioranza.
Inoltre ho sempre rispettato le ragioni del NO.
Non si può negare che la “proposta” dell’astensione, così difesa dai Vescovi, non abbia procurato “disagio” profondo anche nella vasta comunità dei credenti e tra numerosi non credenti che guardano alla Chiesa con gioiosa speranza.
Ho sempre difeso, con forza, la legittimità e il dovere pastorale della CEI, di esprimersi su temi così delicati, inerenti la tutela della procreazione e della vita umana.
Come portavoce di tanti cristiani ho tentato, consapevole della mia pochezza, di parlare con la mia Chiesa, proponendo un comportamento d’ardimentosa chiarezza.
I cattolici, dicevo, accettino con fierezza il confronto referendario. Gridavo: mettiamo in campo le nostre idee, i nostri principi, forti delle indicazioni del Magistero, tastiamo il polso alla società. Il cristiano non fugge dalla storia, dalla “polis”, dalla città degli uomini.
Riapriamo il dialogo nelle nostre Chiese, chiedevo sommessamente, attorno al Vescovo, vicino alla Croce.
Recentemente ho sempre ricordato la prima Omelia di Benedetto XVI nella Cappella Sistina, dove è stato ripreso il valore del Concilio Vaticano II. Il Concilio del dialogo, dell’apertura al mondo e alla sua laicità. Il Concilio della “Gaudium et Spes”.
Non commettiamo l’errore, ripetevo, di schierarsi dietro le sicure “barriere” della disciplina ecclesiastica. “Non abbiate paura”, dicevo col Papa.
Chiedevo ai Vescovi di distinguere tra obbedienza, acquiescenza o servilismo.
Non m’importava di essere definito ingenuo, provocatore, scandaloso. Come presbitero da 46 anni, lanciavo un grido d’amore alla Chiesa in cui credo e amo.
Non penso si voglia andare verso uno Stato teocratico. E’ fondamentale pertanto rispettare la divisione dei ruoli fra la Chiesa e lo Stato con le sue Leggi.
Basterebbe citare l’articolo 98 del Testo Unico della Legge Elettorale, completata con la numero 352 del 1970, riguardante i referendum: “A Ministri, a prelati è vietata la propaganda astensionista”.
Per sintetizzare tutti i miei modesti interventi, vorrei citare la mia chiusura della trasmissione al TG3 del 30 maggio u.s.: “Il Genus della democrazia è il voto”.
Penso sia nostro compito evangelizzare le coscienze. Non credo ci si possa riuscire cercando scorciatoie, calcoli, giustificazioni.
Tra pochi giorni molti cattolici, ubbidendo all’astensione, saranno a posto con la loro coscienza. Si sentiranno dalla parte giusta perché hanno scelto la vita. Tutti gli altri che, con la loro coscienza, andranno alle urne, dovranno convincersi che sono dalla parte sbagliata?
Il Cardinale Tettamanzi ha affermato: “Non scomunichiamoci a vicenda”.
Ponendo il problema tra chi è per la vita e chi no, si fa della Legge (sempre mutabile) un assoluto e si rischia di trasformarla in verità di fede.
I principi evangelici, le profonde indicazioni morali del Magistero, non cadono per un confronto elettorale.
Continuo a coltivare una visione del mondo tenera e coraggiosa e soprattutto ho imparato a tenere nel massimo rispetto l’autodeterminazione di tutte le persone, con la loro libertà di coscienza. E’ dottrina certa.
Solamente in tempi recenti la scienza professionale ha cominciato ad interrogarsi seriamente sulla liceità di strani comportamenti, di certe gravi manipolazioni.
Auspico, dopo questa fase, che si esca dalla contrapposizione cattolici-laici, che è priva di senso. Mi aspetto, con tanta speranza, un incontro fecondo tra Fede e Scienza.
Tutti alla ricerca di una rigorosa regolamentazione, di una medicina calda e umana, con rispetto e reciproca fiducia.
Con tutta sincerità, non Le nascondo che andrò a votare in piena coscienza e con molta sofferenza. Confortato per aver rispettato, fin dall’inizio, gli astensionisti, senza intralciare né tanto meno boicottare, la loro massiccia propaganda in tutte le Chiese.
A questo punto, mi devo considerare uno sconfitto o un perdente?
Infine, se questa mia modestissima azione democratica, sarà configurata grave disobbedienza al Magistero, senza erigermi a vittima, accetterò con semplicità i “provvedimenti canonici” del caso.
Rispettosamente devotissimo
don Andrea Gallo
Coordinatore della Comunità San Benedetto al Porto
.: ASSOCIAZIONE San Benedetto al Porto - Via S. Benedetto 12 - Genova :.
.: Tel. 010 267877 - e-mail info@sanbenedetto.org :.
ed ecco i nomi di alcune delle tantissime persone che hanno scritto, telefonato o mandato via email un proprio attestato di solidarietà a don Gallo:
Luigi Faccini
Marina Piperno
Haidi e Giuliano Giuliani
Cristiano Belluscio
Franco Zunino
Norma Bertulacelli
Pina Rando e gli amici dell'Archivolto
Laura Rossi - Comitato per il SI di Genova
Sen. Togni (Rif. Comunista)
Avv. Raimondo Ricci
Noi Siamo Chiesa
Andrea Agostini
Giancarlo Bertola
Roberto e Letizia Melone
Brunetto de Batté
Veronica Cipro
Lucia e Alessandro Campana
Giulietto Chiesa
Associazione Megachip
Cristina e Stefano Gagino
gli amici di Mortaretto (Framura-SP)
Mirella Izzo
Associazione Crisalide
Luigi Sandri
Angelo Abbondandolo
Sergio Gibellini
Marina Criscuoli
Franco Fuselli
Roberto Marras
Valerio Gennaro
Paola Friggeri
Nereo Bison
Dario Arkel
facciamolo anche noi!!!!
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