Sicilia e libertà, i Modena City Ramblers nel segno di Peppino Impastato
L'esibizione a Cinisi della band emiliana in ricordo di un "figghiu di Sicilia"
Intervista con Cisco e Fry
di Gianluca Perlongo
Sicilia e libertà, i Modena City Ramblers nel segno di Peppino Impastato
L'esibizione a Cinisi della band emiliana in ricordo di un "figghiu di Sicilia"
di Gianluca Perlongo
Nel
27° anno dell'assassinio di Peppino Impastato, militante di Democrazia Proletaria
e fervido combattente di mafia, ed a pochi mesi dalla scomparsa della madre
Felicia, impegnata nel portare avanti l'operato del figlio dopo la sua scomparsa,
il Centro di Documentazione e le varie associazioni a loro legate, hanno organizzato
in grande stile il Forum Sociale Antimafia "Peppino e Felicia Impastato",
che, fra l'altro, ha visto il concerto di uno dei gruppi più prestigiosi
ed impegnati del momento, i Modena City Ramblers, che proprio di Peppino hanno
cantato in una loro canzone dal titolo "I cento passi".
Ad aspettare l'ingresso dei Modena sul palco, cera un pubblico di oltre 10.000
persone riverse su una piazza in festa. In attesa del concerto, girando per
i camerini, s'incontra Cisco, al secolo Stefano Bellotti, voce e componente
storico del gruppo, che cortesemente si presta a rispondere a qualche curiosità:
Allora Cisco, in "Viva la vida, muera la muerte", avete sentito
il dovere di cantare la parabola di Impastato, quali sono le emozioni di esibirvi
nella piazza che ne vide le lotte?
Sono emozioni forti, è come riportare a casa un pezzo della nostra piccola
storia, ma allo stesso tempo della grande storia di tutti noi e del nostro paese,
tutto questo in qualche modo chiude il cerchio. Siamo qui grazie alla famiglia
Impastato, grazie all'amico Giovanni (nda fratello di Peppino), ma anche grazie
a tutta questa gente che si trova in piazza stasera.
Subito dopo gli anni della mattanza con "La banda del sogno interrotto"
cantate di una Sicilia fatta di ribellione e manifestazioni di piazza contro
il potere mafioso, oggi sembra esserci un fermento da questo punto di vista,
cosa ne pensate?
Pensiamo che sia positivo, soprattutto per i giovani e per chi vive qui, spesso
si pensa ai problemi locali appunto come problemi del luogo, noi in quanto italiani,
proprio perché viviamo in un paese unito, pensiamo che il problema siciliano
sia un problema emiliano, lombardo, piemontese… Il fatto che ci sia questa
riscossa, questa riscoperta di questi valori è un buon segno per tutto
il paese e noi ne siamo ovviamente fieri.
L'america
latina cantata in "Terrà e Libertà" e la Sicilia hanno
molte similitudini: proprio laddove il potere impera, il luogo partorisce il
mito. Pensate di cantare ancora di storie e martiri siciliani?
Per adesso no! Adesso ci prenderemo un periodo di riposo, però continueremo
a cantare e raccontare la storia di Peppino in Italia e in Europa con il nostro
tour.
Immerso nel cuore della piazza a scambiare opinioni con i giovani, quasi fosse
uno dei tanti venuti lì per seguire il concerto, Francesco Moneti, anche
lui componente storico dei Ramblers, si offre gentilmente all'intervista:
Peppino definiva la mafia "una montagna di merda", quale definizione
ne danno i Modena City Ramblers?
La definizione è molto calzante, non riesco a trovare un sinonimo migliore!
Però devo anche aggiungere che un conto è fare una affermazione
del genere dalla ricca Emilia o dalla ridente Toscana, ci vuole sicuramente
una dose di coraggio minore rispetto ad un ragazzo della vostra età che
vive qui o dello stesso Peppino che ha pagato con la vita la sua ribellione.
Nella vostra carriera avete conquistato diverse generazioni di giovani,
partendo dalla vostra fino ai ventenni d'oggi che seguono il vostro stile di
vita fatto di correttezza e coerenza, ma che tuttavia cozzano, quasi quotidianamente,
contro un sistema arrivista ed ingannevole, cosa dite a questi ragazzi?
La cosa mi piace molto, perché mi fa sentire molto fratello maggiore
di tutti voi, posso dirvi di perseverare con un comportamento leale, so benissimo
che spesso e volentieri con le scorciatoie ottieni di più, ma magari
ottieni di più nell'immediato! Mi piace pensare che nella realtà
un atteggiamento corretto, cooperante e di spirito verso il prossimo, alla lunga,
porti davvero i suoi frutti.
La critica vi definisce una delle migliori realtà musicali d'Italia,
ma continuiamo a vedervi poco in televisione o sui giornali, come spiegate tutta
questa indifferenza mediatica?
C'è un po' una sorta d'oligarchia, di potere prestabilito in televisione
per cui deve apparire solamente chi è trandy, solo chi scrive testi d'amore
del tipo rima cuore-amore o estate-mare!
Noi probabilmente disturbiamo un po', forse perché non parliamo di cavolate,
forse perché facciamo pensare la gente, senza però metterci mai
in cattedra, noi offriamo solamente uno spunto per pensare, probabilmente è
questo che hai padroni delle televisioni non va proprio giù!
Al di là di tutto, noi siamo la dimostrazione che si può arrivare
a raccogliere oltre 10.000 persone, come stasera a Cinisi, senza per forza dover
passare dalla televisione, tutto questo è stato possibile grazie al passa
parola collettivo e mettendosi in strada su un furgone, girando per tutta Italia!
Chiudiamo con una considerazione, Irlanda, Sud America, Sicilia, chi vi
segue dall'inizio ha assistito a tanti nuovi cammini dei ramblers, cosa dobbiamo
aspettarci per il futuro?
Non bisogna per forza discostarsi da quello che si è fatto prima! Andando
avanti facciamo delle nuove esperienze sia sonore che personali, che poi si
riflettono sulla nostra musica. Dovunque andiamo, a mò di lumaca, ci
portiamo dietro il nostro bagaglio fatto d'Irlanda, Sud America e Sicilia, ma
anche e soprattutto di suoni balcanici, noi siamo molto influenzati dai paesi
che visitiamo, ma non ne facciamo mai un discorso utilitaristico. Come detto
prima, il conoscere suoni e genti diverse contribuisce all'arricchimento della
nostra musica.
L'intervista
finisce qui, spazio alla musica adesso! Il concerto si apre con una canzone
dell'ultimo album, per poi via via andare ad infiammare il pubblico con "40
anni", "Viva la vida" ed "Una perfecta excusa", la
piazza sembra esplodere sulle prime note de "I cento passi", la folla
intona a gran voce le parole della canzone, i vecchi compagni, uniti nel ricordo
di Peppino, si commuovono, i giovani gridano forte il nome di un uomo che non
hanno mai conosciuto, ma che trasmette loro quei sani ideali di resistenza e
lotta contro il potere mafioso.
D'improvviso una parte di Sicilia si riscopre unita nel ricordo, quella gente
testarda ed idealista che spera in un cambiamento rapido delle cose, quella
parte di popolo che non s'arrende al sopruso, anzi, va nelle strade e manifesta
contro i diritti privati, contro la legge del silenzio, è scesa in piazza
quella parte di Sicilia figlia di Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo
Borsellino, è scesa in piazza la nuova alba siciliana! Verso il finire
della serata "Bella Ciao" ed una preghiera dei Modena: "…non
cambiate mai e resistete contro la mafia". Grazie Ramblers, non smetteremo
mai di lottare!
*Questa intervista è stata possibile grazie alla gentilezza della
Mescal che ha messo a disposizione prezioso materiale informativo.
Con affetto ringraziamo Gianluca, diciottenne siciliano curatore e fondatore del
giornale di contro informazione "Il
Clan Banlieue, che si batte perchè non ci sia il silenzio sul fatto
che c'è anche un'altra Sicilia, quella vera, che lotta, nel ricordo di
Peppino.