I RIBELLI DELLA MONTAGNA da "Appunti Partigiani" (3'50")
I
RIBELLI DELLA MONTAGNA
da "Appunti Partigiani" (3'50")
Nota
anche come "Dalle belle città". Canto di battaglia scritto
dai partigiani della III Brigata Garibaldi "Liguria", guidati
dal comandante "Cini". Nell'arrangiamento abbiamo inserito
una melodia ispirata a "Per i morti di Reggio Emilia" di Fausto
Amodei.
Erriquez e Finaz della Bandabardò alle voci e ai cori.
"Dalle belle città" (Siamo i ribelli della montagna), viene creato
nel marzo del 1944 sull'Appennino ligure-piemontese, nella zona del Monte Tobbio,
dai partigiani del 5° distaccamento della III Brigata Garibaldi "Liguria" dislocati
alla cascina Grilla con il comandante Emilio Casalini "Cini".Sulle circostanze
e modalità reali della genesi di questo originale canto della Resistenza, disponiamo
della testimonianza diretta di Carlo De Menech, allora diciottenne commissario
politico del distaccamento. Ad un certo punto avvertiamo la necessità di creare
qualcosa che riguardi noi e tutti i giovani dela nostra generazione, esaltandone
la Resistenza in aderenza alla realtà della lotta che conduciamo. Sarà la nostra
storia e traccerà le dure vicende della vita partigiana e gli ideali che la
sostengono. Su questi presupposti Cini prende l'iniziativa e un bel giorno comincia
a scrivere delle parole su un foglio di carta biancastra da impaccare; in mancanza
di tavolo, utilizza una grossa pietra posta all'ingresso della "caserma", che
serviva ai contadini per battervi le castagne, e noi facciamo circolo attorno
a lui proponendo e sugerendo vocaboli e argomenti. Dopo alcuni giorni la bozza
è stesa (...). In distaccamento c'è uno studente di musica, ventenne, Lanfranco,
al quale viene consegnato il testo delle parole che si porta appresso durante
il servizio di sentinella sul monte Pracaban; al ritorno, le note sono vergate
su un pezzo di carta da pacchi (...).
Siamo
i ribelli della montagna, con la sua originalità del testo e della musica, diventa
così la nostra canzone, la canzone del 5° distaccamento, in cui si potrà riconoscere
la storia di tanti altri giovani che, come noi, hanno scelto la montagna e la
libertà.
Carlo De Menech, Siamo i ribelli della montagna, dattiloscritto inedito (1975),
depositato presso l'Istituto per la storia della resistenza e della società
contemporanea in provincia di Alessandria. (tratto dal sito dell' Isral
)
Dalle belle città date al nemico
fuggimmo un di' su per l'aride montagne
cercando libertà fra rupe e rupe
contro la schiavitu' del suol tradito.
Lasciammo case, scuole ed officine
mutammo in caserme le vecchie cascine
armammo le mani di bombe e mitraglia
temprammo il cuore e i muscoli in battaglia.
Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir.
Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella legge che ci accompagna
sarà la fede dell'avvenir.
La giustizia è la nostra disciplina
libertà è l'ideal che ci avvicina
rosso sangue il color della bandiera
partigiani dalla folta e ardente schiera
Sulle strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate
sentimmo l'ardore per la grande riscossa
sentimmo l'amor per patria nostra.