Vale_berna, che ringraziamo, ci ha inviato l'articolo apparso sul quotidiano di Verona "L'Arena" a firma di Giulio Brusati
Musica. Da "Bella Ciao" a "Viva l'Italia"
CANTARE PER NON DIMENTICARE
Gli "Appunti partigiani" dei Modena City Ramblers e compagni
Milano.
Cantare per non dimenticare. Le canzoni di "Appunti partigiani" dei
Modena City Ramblers sono state messe insieme per seguire questa semplice direttiva
e costituiscono uno dei modi più originali per celebrare il 60° anniversario
della Liberazione dalla dittatura nazi-fascista.
In un solo cd il gruppo folk-rock di Modena ha riunito artisti di caratura nazionale
e internazionale, di fatto realizzando un album che potrebbe davvero portare
in tutta Europa una tradizione letteraria/musicale ancora attuale.
In un clima di pericolosa deriva (il disegno di legge per equiparare repubblichini
di Salò e Partigiani; la cena con le ex-SS organizzate nel Piemonte dagli
ex-combattenti della Rsi; i travisamenti storici della fiction televisiva sui
caduti delle foibe), il disco dei Modena City Ramblers può costituire
un punto di partenza per una rilettura di quel periodo storico che ancora divide
l'Italia.
"Appunti partigiani" è tuttavia alla radice di un disco di
canzoni da mandare a memoria per il loro impatto emotivo. Se non tutti apprezzeranno
la scarsa propensione della band di Modena alla riscoperta filologica, in molto
potranno gustarsi versioni inedite e originali di classici strasentiti come
"Bella ciao" (ribaltata dall'intervento degli ottoni del gruppo di
Goran Bregovic), "Auschwitz" (sospesa tra suoni celtici e quello che
sembra un treno campionato, mattatore un Guccini in gran forma) e "Viva
l'Italia" di De Gregari. Er Principe non c'è ma lo sostituiscono
Ginevra di Marco (anche in "Pietà l'è morta"), Morgan,
Bunna degli Africa Unite (pure ne "IL partigiano John"), componenti
della Bandabardò e de La Casa Del Vento, band toscana già responsabile
di recuperi della tradizione canora partigiana. Anche "I ribelli della
montagna", qui cantata dalla Bandabardò, avevamo già avuto
modo di ascoltarla in una versione elettronica ad opera degli Ustmamò.
Tra le interpretazioni meno riuscite, "La guerra di Piero", con Piero
Pelù costretto a snaturare la sua voce per inseguire le profondità
di Fabrizio de Andrè, senza riuscire a raggiungerlo mai. Il compito,
dobbiamo dirlo, era davvero difficilissimo, lontano dalla rilettura pedissequa
eseguita da decine di cover band. Tra le composizioni più interessanti,
"All you fascists", parole di Woody Guthrie e musica di Billy Bragg;
la tremenda "Spara Jurij" dei CCCP ricantata da Paolo Rossi e "Al
Dievel" del Coro delle Mondine di Novi, accompagnato da uno scritto di
Luciano Ligabue.
"La questione della Liberazione, del 25 aprile e dei partigiani è
ancora aperta e divide il Paese", ci ha spiegato Stefano "Cisco"
Bellotti, voce dei Modena City Ramblers. "Non si è fatto i conti
del passato, come invece sono riusciti a fare in Germania. Noi emiliani-toscani-piemontesi
lo sappiamo bene: la Resistenza ha un valore universale, non è di sinistra
ma italiana. I partigiani non erano solo "rossi" ma anche democristiani.
In realtà la Resistenza è un valore comune a tutti. Per questo
sul nostro cd appare la bandiera italiana, il tricolore, un simbolo che difendiamo.
Ognuno è libero di pensarla come vuole ma certe basi sociali devono essere
comuni a tutti. L'Italia al tempo della Resistenza era divisa dalla Linea Gotica.
Una parte del Paese ha vissuto sulla propria pelle la dittatura nazi-fascista
e questo ha avuto le sue conseguenze. Purtroppo è trionfata l'idea di
"italiani brava gente" che dopo 60anni mostra ora delle crepe. Se
non si affronta quel passato con serietà e rigore storico, si lascia
aperta una porta all'orrore".