Le rose di Atacama di Luis Sepulveda
Le rose
di Atacama
- Luis Sepulveda
- Guanda -
Che
cosa accomuna un pirata del Mare del Nord vissuto seicento anni fa, un argentino
che decide di salvare i boschi della Patagonia, uno scrittore della Terra del
Fuoco che apre la casa a quantihanno bisogno di un rifugio, un medico della
guerriglia salvadoregna con un ospedale da campo nello zaino? Soltanto quella
linea sottile che separa gli eroi della Storia da quelli, misconosciuti e quotidiani,
i cui nomi rimangono nell'ombra. Ma, poiché «per una legge fantastica della
vita la gente che è stata fottuta s'incontra», succede che i loro passi si incrocino
nelle pagine di un libro.Impareremo allora che, a voler guardarsi intorno con
occhi curiosi, si possono scovare ovunque storie piccole ed eccellenti - storie
marginali, come le chiama l'autore -, perché c'è sempre chi affronta la vita
con passione. Raccontarne la saga personale, «unica e irripetibile», è un modo
di conservarne la lezione. Come scordarsi di Tano, un italiano emigrato molti
anni fa in Sud America e stupito dell'accoglienza dura riservata oggi agli extracomunitari
in Europa; di Juanpa, integerrimo direttore della rivista «Analisis»; di Federico
Nessuno, cavia dei medici nazisti; di due donne, una poetessa e una giornalista,
i cui volti esprimono la bellezza gloriosa di chi non ha ceduto alle torture
degli aguzzini? Se, come viandanti avventurosi, ci spingeremo nel gelido territorio
della Lapponia, troveremo un popolo che fatica a tutelare la propria peculiarità;
e se avremo abbastanza coraggio per raggiungere l'universo infuocato del deserto
di Atacama, minuscoli fiori rossi che spuntano dalla sabbia per appassire dopo
poche ore ci ricorderanno che spesso la vita non è altro che una stoica forma
di resistenza.Queste storie di eroi quotidiani sono state raccolte nel corso
degli anni da un viaggiatore d'eccezione. Sono vicende di uomini e donne che
si collocano al di fuori degli schemi; vicende di amici, - non importa se lontani
nel tempo o nello spazio -, alcuni pultroppo ascritti nell' "inventario
delle perdite". Eccole per una volta alla ribalta, dense di una palpabile
umanità, narrate nello stile secco e incisivo, ricco di partecipazione, a cui
Sepùlveda ci ha abituati, perché la gente del sud del mondo ha imparato "che
la tenerezza bisogna proteggerla con la durezza".