Un treno per la vita
Data: Mercoledì, 16 marzo @ 10:13:50 CET Argomento: La Cineteca dei Rambler
Gli occhi grandi dolci e disperati dello scemo del villaggio, una canzonetta canticchiata fra i denti...e la tecamera zumma indietro, si chiude l'ultima scena...
Fine del film, e tu avvolto nel tuo piumone sul divano rimani di sale, un sorriso indugia ancora sulle labbra mentre afferri il significato di questa splendida pellicola che si svela solo nel finale. il cuore piano canta e piange su ciò su cui finora si è riso e scherzato. Train De Vie colpisce per la delicatezza con cui tocca un tema non facile, il tema della Shoah, un tema su cui è fin troppo facile fare della retorica ma vi assicuro che Train de vie non ne farà, non provocherà neanche uno sbadiglio. Direi che con leggerenzza sfiora questa ferita ancora aperta, e come? Con la storia surreale e ingenua di questo villaggio ebraico dell'est europeo, nel 1941, un giorno Shloime, lo scemo del villaggio trafelato porta la notizia che i nazizti nei villaggi vicini stanno compiono orrori e deportazioni di ebrei verso mete sconosciute. Il consiglio del villaggio si riunisce immediatamente, e il pazzo Shloime ha la folle idea di scappare tutti su un finto treno di deportati, che porterà tutti in Palestina facendoli passare inosservati sotto gli occhi dei nazisti, e questo è l'avvio di tutto il film. Inizia la preparazione di questo fantomatico treno, scandita da travolgenti ritmi balcanici. La musica, i dialoghi, le situazioni che si creeranno su questo treno della vita provocheranno sorrisi e risi sconfinanti nel pianto e questa è la forza di questo Treno meraviglioso, il suo essere un grido di vita mentre tutto intorno si urla la morte. I personaggi, così forti ma così deboli, comici e tragici, imperfetti, almeno a me, sono entrati nel cuore per non uscirvi più, senza pretese, senza forzature, con la foza di una risata su un pianto. E poi il finale chiarificatore, gli occhi grandi dolci e disperati di Shlomo, che col regista Mihaileanu ci riapre gli occhi, dal sogno, sulla tragedia, sulla realtà, sulla follia. Un sogno di un folle, unica scappatoia di chi non ha più altra speranza di vivere oltre.. e una canzonetta canticchiata fra i denti chiude il racconto.
Train De Vie, di Radu Mihaileanu, francia-Romani 1998, 103minuti, musiche di Goran Bregovic, dialoghi italiani di Moni Ovadia.
Ricevimo e pubblichiamo. Grazie a Rose per la recensione di questo bellissimo film.
|
|