Bolivia in piazza
Data: Venerdì, 11 marzo @ 09:24:21 CET Argomento: Succede nel Mondo
“Bolivia è in plaza Murillo e in ogni angolo del paese pensando la stessa cosa”
Cosí esorta il presidente della Repubblica Carlos Mesa Gisbert ai microfoni del balcone di palazzo di Governo a La Paz.
Oggi a mezzogiorno tutta Bolivia sta sfilando in marcia nelle principali piazze e anche il Ministero del Lavoro ha decretato un’ora di “permesso” per gli impiegati pubblici, affinché possano partecipare alla marcia contro la politica dei bloqueos, della “mano dura” perpetrata dai movimenti popolari che tuttavia non hanno lasciato i blocchi nelle principali arterie del paese.
Le piazze sono piene di gente, sventolando fazzoletti bianchi e bandiere tricolori (rosso, giallo, verde).
E poi ancora nelle parole di Mesa: “pañuelos blancos y tricolores para decir no a los bloqueos”. Piú volte viene ripetuta questa frase dal presidente, seguito a gran voce dalla folla: fazzoletti bianchi per la pace, per la tolleranza, la forza morale. “Bolivia ha uno spirito indomabile! Viva Bolivia!”
“Costruire un paese in pace, con spirito costruttivo; non vogliamo un paese bloccato per pochi, perché la maggioranza sta nelle piazze”. “Mano justa” é il seguente slogan che intermezza il discorso alla Nazione. Mano giusta contro la mano dura dei bloqueadores.
In mattinata Carlos Mesa ha pubblicamente chiesto scusa a Evo Morales, dirigente del MAS (Movimento Al Socialismo). C’era stato infatti uno scambio di invettive poco piacevoli tra i due qualche giorno fa, quando il presidente accusava Evo di essere praticamente un sovversivo e un violento, mentre dall’altra parte Evo dava a Mesa del capitalista.
Il MAS mette in secondo piano le scuse ufficiali e accetta il dialogo solo se accompagnato dagli altri movimenti come la COB (Central Obrera Boliviana). Nel caso in cui il presidente non accetti la presenza di una coalizione d’opposizione, non ci sará dialogo.
C’è la volontá di costruire una nazione nella quale ognuno abbia uno spazio, che sia questi indio, mestizo, hombre, mujeer, di qualsiasi religione, perché proprio questa é la rappresentanza di un paese tanto garnde e tanto differente nella sua geografia. Bolivia che rappresenta fisicamente la molteplicitá di razza.
“No a los bloqueso, si a la paz”. Si grida in ogni piazza, in ogni angolo.
Non resta che sigillare l’evento di un “mezzogiorno di fuoco” (per un sole che é tornato a splendere dopo le tante piogge devastatrici che ha riportato un clima estivo e forse anche un po’ di serenitá in piú) con l’inno nazionale, al quale sono molto legati i boliviani. Lo spirito di patriottismo é evidentissimo, fin da piccoli a scuola si fa l’alzabandiera ogni lunedí e si canta l’inno.
Quando suonano le note dell’inno nazionale tutti si fermano, é obbligatorio.
Plaza 14 de septiembre a Cochabamba vive un clima di scontro, seppure lieve.
Il gruppo dei manifestanti con fazzoletto bianco e bandiera tricolore viene stuzzicato dagli oppositori del tropico cochabambino (i coltivatori della foglia di coca, che appoggiano al MAS) e i piú di cinquanta poliziotti mantengono la calma senza che ci siano incidenti di rilievo.
Ma le note dell’inno congelano l’agitazione, mentre per televisione passano le immagini del presidente che canta a gran voce ma anche delle facciate dei palazzi che guardano su plaza Murillo, crivellate dai colpi di mitragliatrice di febbraio 2003, immagini che rappresentano forse un monito alla popolazione intera.
Mentre Carlos Mesa sale piú volte da varie finestre del palazzo di Governo, per salutare la gente che lo acclama, l’unica nota sgradevole é sottolineata da un cronista forse troppo dettaglista il quale fa notare che il bandierone boliviano di 10 metri che sta sotto la balconata principale...non é stato stirato prima di essere esposto.
(Bolivia 10 marzo 2005)
Davide Passuello
Volontario MLAL
Potosí - Bolivia
Riceviamo e pubblichiamo. Grazie daxpax.
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