Banana dal cuore d'oro
Data: Martedì, 22 febbraio @ 23:48:20 CET Argomento: Succede nel Mondo
La Chiquita, una delle multinazionali più contestate dai no global, vince a sorpresa l'Ethic Award. Perchè ha cambiato metodi verso i suoi lavoratori nel Terzo mondo.
di Telesio Malaspina
(da L'Espresso del 24 febbraio 2005 - pag. 75)
Una multinazionale può diventare socialmente ed eticamente responsabile? Alla domanda, che potrebbe forse sembrare provocatoria, ha provato a rispondere, con i fatti, la Chiquita, la compagnia produttrice delle famose banane col "bollino blu". Che recentemente si è addirittura aggiudicata il premio "Ethic Award" promosso da "Gdoweek" (settimanale di informazione per la grande distribuzione) e dalla società di consulenza Kmpg. La giuria è stata chiara: Chiquita va premiata per "il forte impegno adoperato a livello mondiale per superare il passato attraversa diverse modifiche strutturali". Dopo essere stata per anni al centro di aspre polemiche a causa dell'impatto ambientale dei pesticidi utilizzati nelle piantagioni in Costa Rica, Honduras e Colombia, nonché delle precarie condizioni di salute, tutela e remunerazione (1 dollaro al giorno per 8 ore di lavoro) dei suoi "bananeros", Chiquita inizia dunque a raccogliere i frutti del cambio di strategia attuata nel lontano 1992. Quando il top management decise di porre fine definitivamente alle accuse sempre più pressanti sui danni che il pesticida Nemagon arrecava alla salute dei bananieri. Sebbene fosse stato bandito negli Usa dai 1977, dopo che un gruppo dà scienziati californiani ne ebbe denunciato gli effetti nefasti sulla fertilità maschile, il Nemagon (díbromo cloruro di propano) per tutti gli anni Ottanta continuò a essere ampiamente utilizzato dalle multinazionali alimentari (non solo da Chiquita) nelle piantagioni dell'America Latina. La sostanza chimica era molto apprezzata sia per le proprietà antiparassitarie sia per la capacità di aumentare la produzione e migliorare l'aspetto delle banane. L'omertà concordata tra governi e multinazionali riuscì tuttavia a tenere nascosto il problema per parecchi anni. Ma poi la casistica dei casi di infertilità, messa in risalto anche dalle Ong presenti sul posto, fece sì che la fuga di notizie divenne incontrollabile, tanto da spingere tutti i paesi latinoamericani a varare alla fine degli anni Novanta una legge speciale per promuovere i processi legali richiesti dalle persone colpite dall'uso di pesticidi fabbricati a base di dibromo cloruro di propano. Chiquìta però si è mossa nella direzione della responsabilità sociale prima delle rivali. Sul fronte dell'impatto ambientale, la produttrice di banane col bollino blu ha adottato lo standard di Rainforest, un'organizzazione newyorkese no profit attiva nella definizione di parametri produttivi finalizzati a ridurre l'impatto sull'ambiente delle colture tropicali.
La svolta vera si é poi avuta l'anno scorso quando la compagnia ha ottenuto la certificazione SA 8000 relativa alla tutela dei diritti dei lavoratori e quella Eurepgap sulla sicurezza alimentare nelle piantagioni in Colombia, Costa Rica e Panama. Così è arrivato l'Ethic Awards, che Chiquita ha pensato bene di sfruttare commercialmente, inaugurando il mese scorso sulla stampa italiana una campagna pubblicitaria dal titolo "il primo casco che protegge l'ambiente e i lavoratori".
Non mancano, naturalmente, le perplessità su un riconoscimento sponsorizzato da una società privata (e per di più specializzata nella revisione contabile) come la Kmpg. Spiega Paolo Brichetti, direttore di Ctm Altromercato, uno dei volti noti della giuria che ha consegnato Ethic Award, che "pur a fronte di un processo in atto da parte di Chiquita, permangono grossi problemi nonché discrepanze tra la realtà e quello che l'azienda comunica, come confermano i nostri sindacati locali". Restano però da apprezzare i passi avanti compiuti dalla Chiquita nel campo della responsabilità sociale. E soprattutto, c'è la speranza che un eventuale buon ritorno d'immagine convinca altre corporation che agiscono nel Terzo mondo a seguire strade più etiche.
Riceviamo e pubblichiamo. Gracias Inti!
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