A qualcuno interessa della morte di Ilaria Alpi?
Data: Martedì, 08 febbraio @ 13:59:33 CET Argomento: Per Non Dimenticare
da Arianeve
Sull'ultima uscita della sua Catena di San Libero, Riccardo Orioles scrive a proposito di Ilaria Alpi e Taormina -che presiede la commissione d'inchiesta dedicata al caso-, ma anche di Borsellino e di computer sequestrati...
"Se Taormina non va alla montagna, le Alpi vanno a Taormina" di Riccardo Orioles
Pare che a nessuno - istituzioni comprese - interessi conoscere il perché della morte di Ilaria Alpi. E siccome non si può proprio fare finta di nulla, si crea una commissione di inchiesta e poi la si fa guidare a Taormina. Il quale, nel frattempo, fa piazza pulita di tutti i veri esperti del caso.
• Non sembra che alle istituzioni importi moltissimo sapere come e perché è morta Italia Alpi. Io non ho seguito in particolare questo caso, professionalmente parlando; ma la presenza di filoni oscuri, riconducibili ad aspetti bene al di là della cronaca, vengono percepiti, e sono stati segnalati, da tutti coloro che se ne sono occupati a tempo pieno.
Quando alla fine l’eccezionalità del caso - e anche la pressione dei colleghi giornalisti non rassegnati all’insabbiamento - ha imposto di dedicargli una Commissione d’inchiesta, a capo della Commissione è stato nominato… l’avvocato Taormina.
Ora, io sono disposto a discutere su molte cose, ma non sull’affidabilità e serietà di uno come Taormina. Da sottosegretario, non solo ha continuato a difendendere mafiosi in tribunale, ma anche a avvalersi della sua carica per intimidire in qualche modo le parti avverse. Da legale, ha curato - diciamo così - il caso Cogne, fra “testimoni chiave”, campagne scandalistiche sui gionali (“Ecco qua il sangue del bambino!”) e “prove” materialmente costruite a sostegno di tesi. Insomma, egli non avrebbe dovuto essere preso in considerazione, non che per una indagine così delicata, per qualunque incarico che anche lontanamente attinesse alla ricerca di una verità neutrale.
Deplorevolmente, i deputati del centrosinistra - che avrebbero dovuto rifiutarsi di coonestare con la propria presenza un meccanismo simile - sono caduti nella trappola, e hanno preso parte alla commissione del Taormina. Ovviamente, costui ha impiegato la carica ai propri fini politici personali. Per primo, ha cominciato a sbarazzarsi dei consulenti professionali (il giornalista Di Nunzio, per esempio). Per secondo, ha cominciato a intimidire i giornalisti “nemici”. Fra questi Maurizio Torrealta, della Rai, che s’è visto sequestrare i computer e perquisire la casa: senza potersi opporre, poiché tale persecuzione, operata da un avversario politico e a fini manifestamente politici, era però compiuta con i poteri di carattere giudiziario che la legge assegna alle Commissioni.
L’intimidazione verso Torrealta ha, a mio parere, una sua razionalità ben precisa. Maurizio Torrealta, fra tutti i direttori Rai, fu l’unico a mettere in onda (nelle pagine elettroniche di sua competenza) la famosa intervista a Borsellino. Questa intervista è senz’altro il pezzo più censurato in tutta la storia dell’informazione italiana. Da essa, i rapporti Berlusconi-Mangano e Cosa Nostra-Dell’Utri emergono plasticamente: dalle parole di Borsellino, dai ragionamenti, dalle carte - e fin dalle sue espressioni e sorrisi. Perciò, non se ne doveva parlare. Santoro, per averla ripresa, fu cacciato via. Per Torrealta, evidentemente, la vendetta è venuta a freddo.
Vendetta di Berlusconi, non di Taormina. Mai Taormina avrebbe osato un’iniziativa così intimidatoria e inusuale come la perquisizione e il sequestro di un direttore Rai, se non fosse stato sicuro di avere alle sue spalle palazzo Chigi - o palazzo Venezia, visto che siamo in regime. Questo va detto chiaramente qui ed ora, in uno dei pochissimi spazi in cui la vecchia libertà di stampa vige ancora. A futura memoria, perché nessuno domani possa dire “io non c’ero”.
Il testo completo di Orioles lo trovate su Macchianera:
http://www.macchianera.net/archives/2005/02/se_taormina_non.html#more
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