Dal concerto dei MCR a Chiasso...
Data: Lunedì, 31 gennaio @ 14:00:21 CET Argomento: Sotto il palco dei Ramblers
Un freddo assurdo, inizi di dicembre, si parte in 5 in una vecchia uno con destinazione Chiasso, concerto dei Modena City Ramblers...
(Mmmh...Non mi meraviglio che molti di voi non li conoscano, non si vedono in TV, su hit channel o rete A, non si sono venduti l’ anima in programmi domenicali..) Dopo due ore arriviamo a Chiasso, facciamo qualche giro a vuoto e finalmente troviamo il palazzetto dello sport. No! Sono già le 21.30, secondo i nostri calcoli dovevamo già esser dentro, in mezzo alla folla, ma ci attende una lunga fila... Finalmente entriamo, c’è tantissima gente, sul palco bella musica, i Vad Vuc; si sente l’influenza dei Modena, ma non sono loro... Sul fondo del palazzetto c’è gente sdraiata, seduta in cerchio... La folla, la massa compatta, è davanti, ed è lì che noi siamo stiamo per tutto il concerto. Finalmente alle 22.30 salgono sul palco i Modena, sono euforica, la folla è in delirio, urla, striscioni... si aspetta solo che inizino... Non ricordo la scaletta, le canzoni eseguite sono tante, non ci si può fossilizzare su dettagli come -questa era la prima, seguita da..- perché si abbandonerebbero le stupende sensazioni che i Modena sanno regalare. E’ la prima volta che li sento dal vivo, l’emozione è tanta, sembra quasi di essere sul palco, di essere un tutt’uno con il gruppo. Dalle canzoni traspare la loro voglia di sperimentare tutto, le radici emiliane così come l’ispirazione irlandese, ma anche i ritmi latini, africani, balcanici, fusi con le musiche celtiche e ovviamente con la canzone popolare –non è certo mancata “Bella ciao”-.. Pogo, non sto ferma un attimo, sono stanchissima, ormai le gambe si muovono per riflesso, ho dentro la voglia di urlare “NO!” alla situazione politica e sociale attuale, al governo, alle ingiustizie, alle guerre; sento che voglio cambiare questo mondo e che questo mondo può essere cambiato perché ho dentro una forza che è l’effetto dei Modena su cd elevato al cubo... Ci si spinge, ogni due per tre sto per cadere, ma non faccio in tempo a toccare terra che mi sento rialzare da quelli che mi stanno intorno... Su alcune canzoni io e un mio amico ci prendiamo per mano, puntiamo i piedi a terra e giriamo fino allo sfinimento (like titanic), su altre si fa il trenino o a braccetto del tipo tarantella... Non ci sono solo canzoni dell’ ultimo album ma fanno anche una bella rispolverata tra i primi, dove ci sono le mie preferite… Quelle che più mi toccano sono “Transamerika”, (un omaggio a Ernesto Guevara e Alberto Granado e del viaggio che i due compiono in moto tra il 1951 e il '52 attraverso l'America Latina), che suscita un gran movimento sotto il palco e pugni chiusi per salutare il Che e “In un giorno di pioggia” che è una triste storia d’ emigrazione, una canzone del primo album che sembra avere la forma di un verde trifoglio irlandese. Ci augurano poi la buona notte a loro modo, con “Ninnananna”, cullandoci sulle note di questa bellissima canzone. Si accendono le luci che sembra mi vogliano riportare nella realtà mentre un altro po’ nel “mondo dei Modena” ci sarei stata volentieri, così leggera e animata da una grande passione. Passione. È la parola con cui identificherei i Modena e che è ben racchiusa nel titolo dell’ ultimo album –Viva la Vida, Muera la Muerte!-, che tra l’altro è il detto con cui i rappresentanti delle comunità zapatiste del Chiapas chiudevano i loro discorsi pubblici di benvenuto nei riguardi del gruppo emiliano. Una frase che in sé comunica tutto: si nasce, si lavora e si lotta per la vita. Perché essa sia soprattutto dignità, gioia, amore, piacere, rispetto, scelta, cooperazione, ma soprattutto passione. La passione che ci porta, ci deve portare a lottare attivamente per migliorare la vita, nostra e di chi ci sta intorno e per “sconfiggere” la morte.
meghilila ci manda la sua personale recensione del recente concerto dei MCR a Chiasso.. e sua prima esperienza dei Modena dal vivo. Grazie meghilila.
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