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Data: Venerdì, 28 gennaio @ 13:39:06 CET Argomento: Succede nel Mondo
Qualche news dal Forum di Porto Alegre - articolo tratto da IPS
LONDRA, 28 gennaio 2005 (IPS) - Il Forum Sociale Mondiale che si sta tenendo questa settimana a Porto Alegre accoglie moltissimi rappresentanti degli abitanti dei quartieri poveri, che, con lo slogan “mai più una lotta isolata”, cercano soluzioni collettive a problemi comuni.
L’ incontro dei movimenti sociali urbani riunirà reti di cittadini, unioni di inquilini, rappresentanti di popoli indigeni e gruppi per il diritto alla casa, per discutere insieme un programma d’azione comune.
“È arrivato il momento di unirsi alla nostra battaglia”, ha dichiarato all’IPS Cesare Ottolini dell’Alleanza internazionale degli abitanti (IAI). “Vogliamo creare un terreno di solidarietà globale per i movimenti sociali urbani, perché si confrontino e intraprendano iniziative comuni”. Insieme ad altre 30 associazioni dei cittadini, la IAI, con sede a Padova, sta lanciando un “appello per l’unità dei movimenti sociali urbani”.
I problemi dell’alloggio colpiscono più di un miliardo di persone, secondo il Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani, UN- Habitat. Si prevede che questa cifra aumenterà fino a 1,7 miliardi di persone entro il 2020, se non verranno adottate energiche misure preventive, secondo UN-Habitat.
“La restituzione del debito estero dei ‘paesi in via di sviluppo’, sostenuta da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale - avverte Ottolini - sta rendendo impossibile il raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo del millennio dell’Onu di creare migliori condizioni di alloggio per 100 milioni di persone entro il 2015”.
Ma i quartieri poveri non sono solo un problema dei paesi in via di sviluppo: circa il 5 per cento della popolazione dei paesi industrializzati risiede in aree povere, e molti di più vivono in condizioni precarie o sotto la minaccia di sgombero coatto.
“Negli Stati Uniti i programmi per le case popolari hanno subito tagli a causa delle crescenti spese militari - ha proseguito Ottolini-. La lotta per un alloggio decente fa parte della protesta contro i tagli al bilancio sociale ad opera delle politiche neoliberiste”.
Al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre (26-31 gennaio) si discutono moltissime questioni: dal diritto a un alloggio sicuro e decente alla cancellazione del debito estero, dalla privatizzazione alle politiche sociali alternative per la casa.
Un seminario è dedicato alla presentazione del sistema di allerta globale contro gli sfratti e alla campagna “sfratti zero!” promossa da IAI per mettere fine agli sgomberi forzati.
La campagna, sostenuta dalla rete di parrocchie comboniane Catholic Kutoka, ha contribuito a fermare 300.000 sgomberi a Nairobi in Kenya, dove il 55 per cento della popolazione vive nei quartieri senza elettricità, acqua o servizi sanitari.
I movimenti urbani in Kenya e nella Repubblica Dominicana (Caraibi) stanno promovendo “fondi popolari per le case e la terra”, con il denaro ottenuto dalla remissione del debito. “Invece di ritornare ai paesi ricchi, i soldi possono essere usati per e dalle popolazioni”, ha detto Ottolini.
La proposta sarà presentata a nome della società civile all’incontro degli otto paesi più industrializzati (il G8, che comprende Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Giappone e Russia), il prossimo luglio in Scozia.
Le politiche del debito sono già nell’agenda dell’incontro. Gordon Brown,cancelliere dello scacchiere britannico responsabile delle finanze, ha proposto la cancellazione totale del debito per i paesi più poveri.
Il gruppo di consulenza sugli sfratti di UN-Habitat, “Advisor group on Forced Eviction” (AGFE), che comprende organizzazioni non governative, autorità locali, rappresentanti del governo centrale e professionisti, sta sostenendo simili iniziative.
“Anche se abbiamo una voce ma non un voto, possiamo portare i bisogni della società civile davanti al governo centrale dell’Onu, che dovrà ascoltarci”, ha affermato il coordinatore di AGFE Yves Cabannes, presente al FSM.
AGFE è impegnato in missioni di conciliazione per fermare gli sgomberi in Ghana, Santo Domingo e Curitiba (Brasile), e poi in Thailandia, “dove la ricostruzione (dopo lo tsunami) potrebbe rappresentare un problema serio per la popolazione povera, che verrà fatta sloggiare a causa dei forti investimenti”, ha detto Cabannes.
Il “Forum delle autorità locali per l’inclusione sociale”, un evento parallelo che si svolge sempre a Porto Alegre, cercA di costruire un ponte con il FSM. Sono stati invitati ad intervenire a questo forum i rappresentanti dei movimenti urbani, che successivamente si incontreranno con i funzionari municipali.
È inoltre previsto un meeting, all’interno del FSM, tra reti di cittadini provenienti dal Perù, Repubblica Dominicana e Paesi Baschi (Spagna) e il governo di Santo Domingo, capitale delle Repubblica Dominicana.(FINE/2005)
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