Lettera aperta al Presidente della Repubblica
Data: Martedì, 25 gennaio @ 17:40:18 CET Argomento: Per Non Dimenticare
Quanta rabbia Signor Presidente…
Quanta rabbia Signor Presidente, quanta rabbia per quelle mani posate sul feretro avvolto nel sudario tricolore - Era partito per fare la guerra per dare il suo aiuto alla sua terra gli avevano dato le mostrine e le stelle e il consiglio di vender cara la pelle – quanta rabbia nel vederla contrito avanti alla bara di un giovane soldato.
Morto in missione di pace, Lei dice,… una pace portata tenendo stretto il grilletto d’una mitragliatrice, ascoltando il ritmo delle pale di un elicottero quale metronomo che scandisce il tempo tra una nota di vita ed una nota di morte - E quando gli dissero di andare avanti troppo lontano si spinsero a cercare la verità ora che è morto la patria si gloria d'un altro eroe alla memoria– quanta rabbia nel sentire parole di cordoglio e non parole di condanna.
Già sangue fu versato, e nuovo sangue sarà versato, macchia che si allarga sulla pagina di uno scritto, su di un rigo…”l’Italia ripudia la guerra…” a cancellarne il senso - Era partito per fare la guerra per dare il suo aiuto alla sua terra gli avevano dato le mostrine e le stelle e il consiglio di vender cara la pelle– a questo siamo giunti, a cancellare con il sangue le parole che Lei giurò di difendere, e poco importa che sia sangue italico o sangue straniero, esso ha lo stesso colore, sapore, odore.
Quanta rabbia Signor Presidente, quanta rabbia per quelle mani posate sul viso di una giovane vedova, asciugar lacrime aspettandone altre, quanta rabbia nel vederla sostituire un marito, un padre, con una medaglia - Ma lei che lo amava aspettava il ritorno d'un soldato vivo , d'un eroe morto che ne farà se accanto nel letto le è rimasta la gloria d'una medaglia alla memoria. – quanta rabbia e disgusto per un paese che necessita di martiri ed eroi.
Tutta questa rabbia, Signor Presidente, la faccia sua… raccolga il grido che si alza dalle piazze, appeso ai balconi in uno straccio arcobaleno, racchiuso nelle chiese di periferia… cerchi il coraggio e pronunci, davanti ai volti da falsa tristezza velati intenti a contar quanti voti porterà il nome di un nuovo martire…a voce alta pronunci “L’Italia ripudia la guerra, è scritto nella costituzione, non si porta pace con bombe e mitraglie, serve solo a generar morti dimenticati ed eroi inutili, tornino a casa le stellette e le mostrine… non si afferma la pace stando dietro il mirino d’un fucile”… cancelli la vergogna di una guerra voluta dal servilismo dei governanti e ripudiata da un popolo intero.
Le frasi in corsivo sono tratte da una canzone famosissima di Fabrizio de Andrè. Grazie Woland
|
|