La Milano di Enzo Jannacci
Data: Venerdì, 26 novembre @ 13:42:36 CET Argomento: La musica che ascolti su Radio Rebelde
Cantami o woland della Milano che fu...;-)
Il nuovo disco di Enzo Jannacci, il live Milano 3-6-2005, ripara un torto di tanti anni.
Era mi pare il 1962 quando usciva il suo primo disco. Si intitolava La Milano di Enzo Jannacci e le note di copertina erano scritte nientemeno che da Luciano Bianciardi (semplicemente l'anarchico che aveva capito già tutto su come sarebbe finita l'Italia). Sembra niente ma in quegli anni nasceva tutto. Tutto quello che ancora oggi ci è di riferimento. I primi spettacoli di Dario Fo, il primo rock con Gaber, Celentano e Jannacci appunto, era appena morto Buscaglione e Carosone si era autopensionato, a Genova c'erano tali De Andrè Paoli Tenco...
Quelle canzoni erano scritte con Dario Fo, alcune le aveva anche cantate lui ma gli mancava un qualche cosa. Quel qualche cosa era il jazz di Enzo, quella voce stralunata e straordinaria, quei fiati e il pianoforte mezzo anarchico, l'hammond, la chitarra con quel wah wah improbabile... Un suono talmente fuori dal tempo che è invecchiato quasi niente. Sono tre dischi, dopo La Milano ci saranno Enzo Jannacci in Teatro e Sei Minuti all'Alba.
Visto che in Italia siamo pazzi e buttiamo sempre all'aria le nostre radici, forse quei dischi li trovate tutt'al più ristampati in quelle improbabili finte etichette a quattro euro, senza uno straccio di testi e note. Amen, almeno oggi i testi si trovano in rete. In bancarella o in biblioteca magari trovate il libro Latoside scritto da Gianfranco Manfredi (sì, il cantautore del '77 futuro autore di Magico Vento).
Se sono i dischi veri siete a cavallo. Parole anche serie, di resistenza (Ma mi, Sei minuti all'alba), di genuino amore verso gli emarginati di ringhiera (El purtava i scarp de tennis, Ti te se no, T'ho cumpraa i calsett de seda, Per un basin, M'han ciamaà, Ohè sun chi), di satira e paradosso per il boom economico e i suoi stereotipi (La Balilla, L'appassionata), i primi esperimenti di quello che qualche anno dopo diventerà Mistero Buffo (Prete Liprando e il Giudizio di Dio), di tenerezza talmente struggente da far morire dal ridere (La luna è una lampadina, Sopra i vetri e infinite altre) e non finirei più. Nell'impossibilità di far ristampare quei dischi così come erano, il dutur negli anni ha già ripreso alcuni di quei pezzi più volte ma gli arrangiamenti, che volevano essere moderni, oggi sono irrimediabilmente datati e deprimenti. In più il dutur non stava bene di salute... Oggi ha deciso di riprendere quel repertorio in blocco e non so per quale miracolo ma ha ritrovato tutta la lucidità e l'asciuttezza di un'interpretazione unica. Vediamo se riesco a spiegarvi: la voce di Shane MacGowan o Tom Waits è bella? Eppure strappa il cuore... E' esattamente lo stesso effetto che fa il dutur. Recitando quelle storie (tutto ben tradotto nel libretto) come se si fosse risottoposto (come 40 anni fa) alla regia di Fo. Il figlio Paolino, agli arrangiamenti, fa un altro miracolo. Gli strumenti come il contrabbasso il sax o il piano (non dico la fisa per non tirare acqua al mio mulino;-)) sono quelli, non possono invecchiare (altro esempio lampante: Paolo Conte o Capossela) e diretti con discrezione, sobrietà e senso dello humor fanno un cabaret modernissimo.
Milanesi della Gieffe, mi raccontate com'era questa vostra Milano (voi che avete l'età ;-))? Oggi ritrovare quella Milano non ancora livida e sprofondata secondo me serve assai.
Il disco costa 10 euri e l'ha distribuito in edicola anche Sorrisi e canzoni. M'importa na sega, quella è solo distribuzione. L'etichetta è Ala Bianca, la stessa dei dischi del Tenco e che ha ristampato i Dischi del Sole. Al max si ordina attraverso il sito, www.alabianca.it e si risparmia.
Hasta
Riceviamo e volentierissimo pubblichiamo. Grrrrrazzzie "Danito"!!!
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