Giovanni78 de La Grande Famiglia sarda, che ringraziamo, ci tiene sempre informati su quello che succede sulla sua isola e ci segnala questo articolo.
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE SARDEGNA CONTRO I SOMMERGIBILI USA
Il
presidente della Regione Sardegna Renato Soru: "Dopo 32 anni
basta con i sommergibili nucleari nelle nostre acque"
"Via gli Usa dalla Maddalena"
Soru chiede di chiudere la base
di PIER GIORGIO PINNA
Protesta anti-Usa alla Maddalena
LA MADDALENA - Nei giorni scorsi un primo affondo: "Il patto segreto che
ha consentito la nascita del punto d'approdo per la Us-Navy sull'isola di Santo
Stefano dev'essere reso pubblico". Ieri l'assalto finale: "Lo dico
in amicizia: è arrivato il momento nel quale è necessario che
gli americani abbandonino la base per i sommergibili nucleari". Appena
conclusa la visita nell'arcipelago del Nord Sardegna al distaccamento della
marina statunitense durata quasi tutta la giornata, il nuovo presidente della
giunta regionale sarda, Renato Soru, non ha nascosto le sue convinzioni: "Abbiamo
fatto la nostra parte per 32 anni, ci sentiamo come un esercito rimasto al fronte
per tanto tempo e che adesso ha bisogno di un ricambio".
Nelle ore precedenti Soru si era incontrato con i rappresentanti del ministero
della Difesa italiano e della presidenza del Consiglio e con i vertici di marina,
esercito e aeronautica del nostro Paese. Le stesse parole pronunciate in una
conferenza stampa al termine della visita sono state poi ripetute dal capo del
governo regionale davanti a una folla raccolta nell'aula consiliare del Comune
della Maddalena, che ha risposto alle dichiarazioni con un lungo applauso.
"Le servitù militari sono uno dei temi in agenda trattati durante
l'incontro con Silvio Berlusconi", ha poi aggiunto, ricordando come anche
il poligono di Capo Teulada, nell'estremità sud occidentale dell'isola,
debba essere dismesso in virtù di un'intesa firmata nel 1987 dall'allora
presidente della Regione Mario Melis e dall'allora ministro della Difesa Spadolini.
"Quell'impegno è stato disatteso - ha ricordato - Ora noi vogliano
riproporlo in un contesto di riduzione del territorio riservato alle servitù
militari".
Soru ha poi riaffermato l'esigenza di garantire un'azione di monitoraggio costante
per eliminare ogni dubbio relativo alla presenza di radioattività alla
Maddalena. Di recente, soprattutto dopo un incidente a un sommergibile nucleare
americano a poca distanza dalla base appoggio, sono infatti riemerse preoccupazioni
circa i livelli d'inquinamento radioattivo E alcune indagini indipendenti hanno
mostrato come effettivamente siano stati rilevati tassi preoccupanti di sostanze
fortemente nocive nelle acque marine.
Il presidente ha anche parlato della riconversione dell'arsenale militare nell'arcipelago,
annunciando la richiesta di non portare avanti progetti senza preventive intese
con la Regione.
In Sardegna la presenza dei soldati è di fatto imponente: quasi 38mila
ettari, il 60 per cento di tutte le servitù militari italiane, si trovano
infatti nell'isola, sottratti sin dal Dopoguerra agli usi civili. Si tratta,
come ha rammentato lo stesso Soru, di ridistribuire questo peso e, nel caso
della Us-Navy e dell'accordo bilaterale tra il Pentagono e il governo italiano
circa La Maddalena, di rinegoziare la presenza americana.
Per quanto possa apparire paradossale, mentre cresce la protesta e nonostante
la pronuncia negativa del comitato misto paritetico Stato-Regione, un recente
piano di ampliamento della stessa base non conosce soste. Si parla dell'arrivo
di altri marines, che dovrebbero così passare in breve tempo da 2500
a oltre 4000 uomini e della modernizzazione di una serie di approdi.
Un progetto complessivo che prevede alla fine la costruzione di infrastrutture
fisse, attorno alla nave appoggio per i sommergibili nucleari Emory Landi, per
un totale 57 mila metri cubi. Davvero un processo anacronistico e quasi surreale
in un'area ambientale tra le più suggestive del Mediterraneo che di recente
è stata trasformata in un grande parco naturale.
Per capire meglio che cosa significhi la presenza di questo distaccamento basterà
ricordare come la Emory Land sia una nave da 22.600 tonnellate, con mille uomini
di equipaggio, insieme officina e arsenale galleggiante, con a bordo i missili
da crociera Slcm Cruise a testata nucleare. Visto poi che Emory Land è
a tutti gli effetti territorio degli Stati Uniti d'America, ogni controllo non
è possibile neanche da parte delle autorità militari italiane.