Messaggio di Piero Ricca, l'uomo che il 5 maggio del 2003 contestò il premier nei corridoi del tribunale di Milano (in rete non si sa mai bene cosa è autentico e cosa no, ma chiunque ha scritto queste righe si è espresso con lucidità e fermezza civile)
È
stata fissata per il 15 novembre prossimo l'udienza relativa al procedimento
penale avviato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nei confronti
di Piero Ricca, l'uomo che il 5 maggio del 2003 contestò il premier nei
corridoi del tribunale di Milano.
Come tutti ricorderanno, quel giorno il leader di Forza Italia si trovava nel
Palazzo di Giustizia milanese per rilasciare delle dichiarazioni spontanee nell'ambito
del processo Sme (che lo vedeva - e lo vede - imputato per corruzione in atti
giudiziari). All'uscita dall'aula Berlusconi fu oggetto di una forte contestazione
da parte di alcuni manifestanti. Tra loro anche Piero Ricca, che fu fermato
dalle forze di Polizia (su ordine dello stesso Berlusconi) per aver gridato
"Buffone (o puffone, ndr) fatti processare".
Il pubblico ministero aveva a suo tempo chiesto l'archiviazione del caso, ma
gli avvocati del Cavaliere si erano opposti e l'opposizione era stata accolta
dal gip presso il giudice di pace. Ora la parola spetta al giudice di pace di
Milano nella persona del dott. Morone.
Cari amici,
Piero Ricca è l'uomo che il 5 maggio 2003 gridò "Buffone,
fatti processare" a Berlusconi nel Tribunale di Milano, dove aveva appena
rilasciato dichiarazioni spontanee nell'ambito del processo Sme. Piero Ricca
ha chiesto di far girare questa mail e mi è sembrato giusto
farlo, scusandomi in anticipo se qualche destinatario non troverà la
mail di suo interesse o gradimento.
Cordiali saluti
CLAUDIO CASADIO
http://www.zerolire.org
SONO LIETO DI FARMI PROCESSARE!
Cari Amici
con serenità vi dò la notizia che il 15 novembre prossimo si terrà
la prima udienza del processo intentato da Berlusconi nei miei confronti per
la
nota contestazione individuale del 5 maggio 2003 al Tribunale di Milano, altrimenti
definita "agguato mediatico studiato con il tg3".
L'accusa è di "ingiuria aggravata", ma il querelante lamenta
anche un' "offesa alla Presidenza del Consiglio". Forse per questo
ha scelto di
farsi rappresentare dall'Avvocatura dello Stato. Superfluo dire che questa scelta
mi sembra assai discutibile. Sul piano giuridico parleranno i miei avvocati.
Sul piano politico è evidente che ci troviamo di fronte all'ennesima,
inquietante dimostrazione di confusione fra persona e carica, oltre che di intimidazione
del dissenso. In quel corridoio, come ho sempre ribadito, ho criticato un personaggio
che utilizza un'enorme concentrazione di poteri pubblici e privati per sottrarsi
alla Giustizia, tentando nel contempo di zittire ogni voce critica. Le Istituzioni
sono fuori causa. E non sono certo io a
offenderle. Per il reato di cui sono imputato la pena prevista varia dal minimo
di una multa al massimo di una sanzione di sei mesi di reclusione. In caso
di appello il processo di secondo grado verrà celebrato davanti al Tribunale
di Milano. Preciso che sono incensurato. Per la verità non ho mai "preso"
nemmeno una multa, fors'anche perché non ho l'automobile e, non avendo
la tv, non sono obbligato a pagare il canone alla Rai del dott. Flavio
Cattaneo, un tipo che invia gli ispettori nella redazione di un telegiornale
che ha mandato in onda una notizia. Più sobriamente del querelante, mi
faccio assistere da due liberi professionisti: l'Avvocato Beniamino Ricca, mio
fratello, e l'Avvocato Umberto Ambrosoli, un nuovo e caro amico, conosciuto
in occasione di una commemorazione del padre Giorgio, barbaramente assassinato
l'11 luglio del 1979 da un sicario al soldo del bancarottiere Sindona, con il
sostegno dell' ambiente dell'eversione piduista, nel quale si sono fatti le
ossa molti degli attuali protagonisti della politica, tra i quali il querelante.
L'udienza, che probabilmente non sarà conclusiva, si svolgerà
presso la sede del Giudice di Pace di Milano. Ricordo che Berlusconi aveva sporto
querela il 6 maggio 2003. Nel gennaio del 2004 il Pubblico Ministero Chiuri
aveva richiesto l'archiviazione, considerando la mia contestazione una "critica
politica", protetta dal diritto di libera manifestazione del pensiero.
A quel provvedimento si era opposta l'Avvocatura dello Stato, con ricorso
firmato dall'avvocato Damiani, poi accolto dal Gip Pizzonia, che ha ordinato
al Pubblico Ministero la formulazione del capo di accusa e ha fissato
l'udienza per lunedì 15 novembre, davanti al Giudice Morone. Vorrei mettere
un inciso. L'Avvocatura dello Stato, che ora è chiamata a sostenre
l'accusa contro di me, rappresenta la Presidenza del Consiglio, parte civile
nei processi a Previti e Berlusconi. L'Avvocato Generale Salvemini, che
ha svolto in modo indipendente quell'incarico, è stato trasferito. Non
solo: l'Avvocatura dello Stato ha dovuto opporsi duramente per ottenere il ritiro
di un provvedimento governativo che, nel giugno del 2003, dopo l'arringa dell'Avvocato
Salvemini, era volto a dimezzarne le competenze,
sottraendole, guarda caso, quelle nelle cause penali. Voglio confermare la mia
stima per un uomo come l'Avvocato Salvemini. E nel contempo mi
chiedo: c'è qualcuno, nell'Avvocatura dello Stato, che avverte un leggero
disagio per tutto questo? Me lo può comunicare, anche solo in forma
privata? Mi farebbe piacere saperlo, perché la possibilità di
riscatto è nel coraggio di chi sa pronunciare qualche "no".
Per quanto mi riguarda sono sereno. Ritengo di aver esercitato il mio dovere
di critica, per un'esigenza di verità. Sono convinto che un Giudice
indipendente potrà disporre di tutti gli elementi per assolvermi. Se
anche dovesse condannarmi, accetterei un'eventuale sanzione come il giusto
prezzo da pagare per la mia libertà di espressione, in un'epoca in cui
lo spazio per la critica sembra ridursi ogni giorno che passa. Un secondo inciso,
in forma di dubbio. Che cosa diventeranno processi di questo tipo quando la
Magistratura sarà ricondotta - come si vuole - sotto il controllo di
fatto
del Governo? Quale reale libertà di giudizio avrà un Giudice o
un Piemme, avendo di fronte gli avvocati del Potere? Ci avviamo forse a contemplare
una Giustizia innocua con i colletti bianchi, quanto spietata contro i politicamente
malvisti? Mi riempie il cuore di gioia e annulla tutte le offese e le provocazioni
che ho subito, pensare in questo momento alla straordinaria energia che si è
sprigionata da quell'urlo: gli innumerevoli attestati di simpatia che ho ricevuto,
le tante occasioni di dibattito e manifestazione alle quali ho potuto partecipare,
le persone straordinarie che ho avuto l'occasione di
conoscere, tutti coloro che hanno dimostrato di non essersi lasciati intimidire
da quel dito puntato e da quell'ordine impazzito: "identificatelo!".
In realtà, com'è chiaro, con quel gesto è lui che si è
fatto identificare: ed è questo che nel suo intimo non mi perdona. Lui
e i suoi sanno fin troppo bene che c'è la coscienza civile di milioni
di persone dietro un urlo come quello. Ed è per questo che hanno bisogno
di archiviarlo come un'ingiuria, addirittura recata alle Istituzioni. Loro,
che le occupano. Soprattutto è per me impagabile l'emozione di condividere
con tantissimi altri la medesima esigenza di vivere in un Paese di cui non doversi
vergognare. E' un'esigenza che nessun prepotente, per quanto organizzato, potrà
mai toglierci o farci morire dentro.
Ed è questa "esigenza" che prima o poi farà vincere
le nostre buone ragioni.
Scusate se l'ho fatta un po' lunga.
Mi piacerebbe che molti cittadini, di ogni opinione politica, decidessero di
essere presenti in quell'aula di Giustizia, per farsi un'opinione diretta su
un episodio che, forse, non riguarda solo me. A Te, che ti riconosci in quel
che ho detto, chiedo una cosa in più: aiutami a far girare questa lettera,
mandala ai tuoi amici in email, fotocopiala, imbucala, falla conoscere a chi
la pensa diversamente da noi. E' prima di tutto loro che chiama in causa l'udienza
di Lunedì 15 novembre, dalle ore 9,30, presso la sede del Giudice di
Pace di Milano, in via Guastalla.
Un caro saluto a tutti,
Piero Ricca