Altri due Ostaggi in Iraq
Data: Martedì, 07 settembre @ 23:15:17 CEST Argomento: Succede nel Mondo
Da News 2000 la notizia del rapimento delle due Ragazze Italiane in Iraq.
ROMA, 7 set - Rapite in Iraq due donne italiane dipendenti di un'organizzazione non governativa: si tratta di Simona Torretta e Simona Pari, dell'organizzazione "Un Ponte Per". Con loro sono stati sequestrati anche due iracheni che lavoravano per la stessa Ong. Simona Torretta, 29 anni di Roma, è il capo missione dell'associazione mentre Simona Pari, 29 anni di Rimini, è responsabile di progetto. Il commando che ha rapito le volontarie italiane e i loro colleghi iracheni, sarebbe composto da una ventina di uomini armati con fucili d'assalto Ak-47, è arrivato a bordo di tre veicoli alle 17 ora locale, le 15 in Italia. Secondo alcuni testimoni avrebbero detto di appartenere a una formazione che hanno chiamato "Gruppo islamico". Il sequestro in pieno giorno e nel centro di Baghdad (l'edificio è a dieci minuti d'auto dall'hotel Palestine) segna un ulteriore salto di qualità nelle azioni della guerriglia.
«Da molti mesi e da ultimo con un comunicato del 27 agosto che si riferiva agli episodi di sequestro già verificatisi e che il ministro Frattini ha illustrato in parlamento il giorno stesso, la Farnesina ha più volte ricordato la necessità di limitare quanto più possibile la presenza in Iraq di cittadini italiani che non svolgono funzioni istituzionali. Il comunicato e le precedenti segnalazioni sono pubblicate anche sul sito internet del ministero degli Esteri». Lo hanno sottolineato fonti della Farnesina in merito alla pericolosità della situazione in Iraq. Appena avuta la notizia del sequestro di Simona Torretta e di Simona Pari, l'unità di crisi del ministero degli Esteri ha preso contatto con le famiglie per segnalare le informazioni ricevute. La Farnesina ha anche fatto sapere che un rappresentante diplomatico italiano sta ricostruendo di persona sul posto la dinamica dell'accaduto con la polizia irachena. Sono state attivate "tutte le possibili fonti" per individuare dove si trovino le due donne. L'aumento del rischio di rapimenti di italiani, in particolare di donne, in Iraq, era stato segnalato dal direttore del Sismi, Nicolò Pollari, nel corso dell' audizione da poco conclusa al Copaco. Pollari, secondo quanto si apprende, avrebbe parlato del possibile ricorso al sequestro di donne per l'alto impatto emotivo che queste azioni avrebbero avuto.
"Un ponte per..." ha attivato una serie di progetti di natura sanitaria e per lo sviluppo in Iraq. Ha lavorato senza interruzioni a Bagdad da dopo la prima guerra nel Golfo. La presenza di volontari italiani è stata ridimensionata da aprile in seguito all'inizio della crisi dei sequestri e della rivolta sciita. L'organizzazione, attualmente, si occupa di fornire acqua e ossigeno agli ospedali e della ristrutturazione di scuole. "Un ponte per..." ha trasportato farmaci a Fallujah e acqua a Najaf, durante l'assedio americano. «Non avevamo avuto alcun sentore di pericolo» ha commentato il responsabile della comunicazione Lello Rienzi, parlando con i giornalisti che hanno raggiunto la sede romana. Le due donne, ha aggiunto, «ritenevano di svolgere il loro lavoro in estrema sicurezza». Qualche giorno fa, ha ricordato il portavoce dell'Ong, sono caduti dei razzi vicino alla sede dell'organizzazione, ma «a Bagdad è una cosa abbastanza comune» e quindi l'Ong non aveva ritenuto l'episodio un segnale significativo. (News2000)
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