LA SINISTRA TENTATA DAL VIZIO DI FAR VINCERE ANCORA IL PREMIER
Data: Domenica, 05 settembre @ 09:10:36 CEST Argomento: Succede in Italia
Riusciranno i leader del centrosinistra a rimettere in sella ancora una volta Berlusconi? di Curzio Maltese (La Repubblica)
L’impresa non è facile ma non lo era nemmeno dopo la sconfitta del ‘96. Dopotutto occorre un certo talento per subire da dieci anni l’iniziativa di un personaggio afflitto da un ego debordante e circondato dalla più sgangherata classe dirigente mai vista all’opera. L’appunta mento decisivo sembra la finanziaria d’autunno, quando il berlusconismo dovrà presentare al paese e ai suoi fiduciosi elettori il salatissimo conto di tre anni spreca ti a mettere a posto gli affari del premier mentre l’azienda Italia correva verso la bancarotta. La prima rata del debito contratto dagli italiani per garantire il patrimonio personale del più ricco è già valutata intorno a trenta miliardi di euro. Nonostante la prevedibile propaganda dei telegiornali, la reazione dell’opinione pubblica potrebbe essere furiosa e assai più pericolosa per il governo dei mal di pancia democristiani e dei penultimatum leghisti.
Qui l’opposizione può prendere strade diverse. La più ovvia e ragionevole è quella di governare la protesta sociale offrendo una sponda politica e una risposta positiva. Per esempio creare un direttorio economico dell’opposizione, con a capo Romano Prodi e intorno un gruppo di teste pensanti, da Letta ad Amato, da Bersani a Fassino, capace di elaborare un serio programma alternativo allo sfascio berlusconiano, magari di tre o quattro paginette invece delle solite duecento. Al tempo stesso il centrosinistra potrebbe rinsaldare l’alleanza politica interna con Rifondazione comuni sta attraverso le primarie e la riconferma della lista unitaria dell’Ulivo. Le due mosse metterebbero in difficoltà un governo che non ha più un programma economico, fallito l’illusionismo di Tremonti, e non sa come tenere insieme non solo Follini e Calderoli ma nemmeno Scajola e Bondi. La strategia ha però il difetto di contrastare lo spirito dell’epoca.
La missione storica del declino italiano è da un decennio concentrata su un obiettivo: difendere gli interessi personali e azienda li di Silvio Berlusconi.
È quindi assai difficile che venga adottata un’ipotesi alternativa nonostante gli apprezzabili sforzi di Romano Prodi che ha vissuto gli ulti mi cinque anni all’estero. Una volta esclusa la strategia vincente, si schiude al l’orizzonte del centrosinistra una vasta gamma di tattiche perdenti. In questo campo sarebbe molto presuntuoso voler dare consigli. I leader dell’opposizione possono approfittare della crisi di governo in autunno per mandare a monte la lista unitaria, le primarie e, con un po’ di pazienza, anche la candidatura di Prodi. Rilasciare dieci interviste in cui si presentano dieci diverse riforme delle pensioni. Stringersi intorno al moribondo berlusconismo con un appello patriottico. Continuare a difendere le riforme del governo di destra che, come dice Rutelli, ha fatto anche qualcosa di buono. A cominciare dalla legge sulla fecondazione assistita. E così via. Non è il caso di porre limiti alle fantasie suicide dell’opposizione. Anche in questo modo sarà difficile scongiurare il fallimento dell’avventura berlusconiana. In compenso si potrebbe preparare il terreno per una nuova stagione di populismo come quella seguita agli anni di tangentopoli, e poi magari prendersela con chi alimenta l’antipolitica.
di Curzio Maltese (La Repubblica)
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