Respiro trattenuto quanto passi la frontiera
Data: Venerdì, 30 luglio @ 17:11:03 CEST Argomento: Succede in Italia
Qualche parolina sull’immigrazione – di Giovy
L’Ansa ha battuto questa mattina un’agenzia relativa alla vicenda della nave Cap Anamur e dei profughi che vi “abitavano”.
Mi auguravo di trovare questa notizia in gran parte delle edizioni on line dei quotidiani nazionali.
L’ho trovata, invece, solo su “L’Unità”.
Che strano…
I 14 profughi africani avevano presentato ricorso al tribunale di Roma difesi dagli avvocati Simona Sinopoli e Fabio Baglioni relativamente alla decisione di venir espulsi dall’Italia e rimpatriati.
Non veniva riconosciuto, quindi, il loro status di prigioniero politico.
Questa mattina il tribunale di Roma ha invalidato la sentenza di espulsione decretando il pieno diritto di questi uomini a rimanere nel nostro ospitale paese.
13 Africani sono già stati rimpatriati (in Ghana) in settimana mentre solamente uno potrà avvalersi del diritto di rimanere in Italia “fino alla definizione del giudizio in merito”.
Cito dall’articolo de L’Unità.
“Il ricorso d' urgenza per chiedere un permesso di soggiorno temporaneo per i 14 africani, in attesa del pronunciamento del giudice sul riconoscimento dello status di rifugiati e sull'asilo politico, era stato depositato dai legali il 20 luglio scorso. Il Tribunale civile ha accolto il ricorso, richiamando nella pronuncia la storia personale di Fatawu Lasisi, che afferma di essere nato nella regione del Darfur, in Sudan, il 6 marzo 1980. Il suo villaggio è stato attaccato e bruciato dai guerriglieri che hanno anche ucciso i genitori, costringendolo all' emigrazione.”
Il caso della Cap Anamur è solo un piccolo puntino in mezzo al mondo dell’immigrazione.
Solitamente siamo abituati a guardare al nostro “piccolo orticello” ma non ci rendiamo conto di come, purtroppo, in questo caso tutto il mondo sia paese.
Pochi giorni fa, ad esempio, la sezione latinoamericana dell’Ansa ha pubblicato i risultati di una ricerca fatta dal governo messicano relativa a quei cittadini che ogni giorno tentano di scavalcare le recinzioni che dividono il Messico dagli Stati Uniti.
Da Gennaio 2004 a Maggio di quest’anno sono morte già 130 persone nel tentativo di arrivare a “Gringolandia”.
I messicani chiamano queste persone “indocumentados” … ovvero senza documenti, dato il fatto che non portano con se nessuna richiesta di permesso di soggiorno.
Woodie Guthrie li definiva “Deportees”.
Che sia il Messico, l’Italia, la Spagna, gli Stati Uniti o l’Inghilterra … che siano essi albansesi, kurdi, marocchini, italiani stessi … e chi piu’ ne ha piu’ ne metta non si deve mai scordare che essi restano degli essere umani con la sola speranza di giocare la propria partita.
|
|