Il Cile di Allende
Fino
a quel giorno di settembre...
"...quel giorno di settembre ci vennero
a rubare il seme della rosa alla Moneda..." (Carretera austral)
Sintesi storica dell'esperienza del
governo di Unidad Popular stroncato dal golpe dell'11 settembre 1973. Di Maurizio
Attanasi. Ottobre 2002
(tratto dal sito http://www.ecn.org/)
Il Cile di Allende
Nel
1956 nasce in Cile il FRAP (Frente de Acciòn Popular),una formazione di partiti
di sinistra (socialisti e comunisti) che ha tra i punti fondamentali del programma
politico la riforma agraria, la lotta per l’unificazione delle economie e dei
popoli dell’America Latina, la democratizzazione delle istituzioni del paese
e una politica estera indipendente dagli interessi e dai dicktat statunitensi.
Questo raggruppamento presenta nelle elezioni del 1958 per la presidenza del
Cile il dottor Salvador Allende, medico ed esponente del Partito socialista.
Allende ottiene il 28,8% del voto popolare, che diventa il 38,6% nelle successive
elezioni presidenziali del 1964 risultando in tutte e due le competizioni il
secondo candidato più votato.
Nel 1969 socialisti
e comunisti decidono di allargare la base politica del FRAP aprendo anche a
forze che in un clima di radicalizzazione sociale si stavano separando dalla
loro origine "borghese" (1) e che erano disposte a lottare per la trasformazione
del Cile in una società socialista attraverso gli strumenti democratici previsti
dalla Costituzione. Nasce cosi il blocco di Unidad Popular. Nelle elezioni legislative
tenute nello stesso anno si crea in parlamento una tripartizione tra il blocco
dei partiti di destra, il Partido Demòcrata-Cristiano (PDC) di Frei e Unidad
Popular, tripartizione che sarà mantenuta nella presentazione delle candidature
per le elezioni presidenziali del settembre 1970. Il 4 settembre gli elettori
devono scegliere tra tre candidati: Salvador Allende per UP (la scelta era caduta
sull’esponente socialista dopo un intensa trattativa tra i partiti che componevano
la coalizione: il partito comunista aveva presentato come proprio candidato
il poeta Pablo Neruda), Jorge Alessandri presentato dai partiti di destra ed
infine Rodomiro Tomic per il PDC (2)
Lo
scrutinio del 4 settembre vede vincitore Allende con il 36,3% dei voti, Alessandri
ottiene il 34,9% e Tomic il 27,8%. I risultati evidenziano quanto ormai emergeva
da alcuni anni: la società cilena si è fortemente polarizzata con tre raggruppamenti
numericamente molto simili; nessuno dei tre candidati risulta eletto al primo
turno e quindi è necessario, secondo quanto previsto dalla costituzione cilena,
che ad eleggere il futuro presidente debbano essere le due Camere del parlamento
riunite in seduta congiunta. I servizi segreti americani avevano organizzato
un piano per indurre i militari ad intervenire prima che Allende fosse eletto
dalle Camere presidente, ma su consiglio di osservatori interni del Cile parve
loro che tale misura non fosse necessaria grazie all'opera di compravendita
di voti dei parlamentari democristiani portata avanti da politici della destra
e da uomini di affari vicini a questi, con l’avvallo e i fondi di Washington
(3).Di fronte alla scelta tra i due candidati nel PDC prevalgono le correnti
progressiste che appoggiano Allende rendendo possibile la sua elezione il 24
ottobre e permettendo che una nuova pagina sia scritta nella storia dei popoli
dell'America Latina. La storia di un presidente eletto democraticamente che
voleva portare il suo paese verso una società non più segnata dalle diseguaglianze
del capitalismo, una società socialista.
Grazie
ad una riforma (paradossalmente contestata dai partiti di sinistra realizzata
l'anno prima), il presidente neoletto si trova ad avere maggior potere dei suoi
predecessori, e questo consente al governo di avere qualche chances nel realizzare
parte del proprio programma, nonostante l'opposizione democratica e "legittima"
del parlamento (la maggioranza del '69 era ostile ad Allende) e quella occulta,
ma non meno efficace, realizzata dai poteri forti dell'economia, dell'informazione,
ecc. allineati agli interessi delle multinazionali americane. Salvador Allende
chiede ai giovani del Cile impegno per affrontare quella che si prospetta come
una rivoluzione, seppure non violenta, per sconfiggere definitivamente lo sfruttamento
imperialista e per controllare il commercio estero, passi che avrebbero reso
possibile il progresso del Cile, creando le premesse economiche per il suo successivo
sviluppo. Il programma di UP prevede la nazionalizzazione delle grandi miniere
di rame, delle banche, delle compagnie di assicurazione e, in generale, di tutte
quelle attività che condizionano lo sviluppo economico e sociale del paese.
Tra queste la produzione e la distribuzione di energia elettrica, i trasporti
ferroviari, aeri e marittimi, le comunicazioni, la siderurgia, l’industria del
cemento, della cellulosa e la carta. Si tratta di un programma di recupero,
dunque, di quelle ricchezze fondamentali che sono in mano al capitale straniero.
I primi interventi
del governo sono volti a migliorare le condizioni dei ceti meno abbienti e dei
lavoratori, con l’aumento dei salari e con l’attribuzione di un ruolo maggiore
dei lavoratori nelle imprese pubbliche o a partecipazione pubblica. Vengono
inoltre nazionalizzate le più importanti industrie minerarie del paese, le banche
e altre industrie strategiche. Va a passo spedito anche la riforma agraria,
in questo caso con procedimenti di espropriazione miranti alla sparizione del
latifondo: si verificano i primi scontri violenti con i proprietari che non
vogliono rinunciare ai loro vasti possedimenti. Lo stato ora controlla il 30%
del credito, l’85% delle esportazioni e il 45% delle importazioni. Si è ridotta
la disoccupazione ed è aumentato il livello dei consumi delle famiglie di minor
reddito. La mortalità infantile diminuisce, grazie al rilancio del servizio
sanitario, a diverse campagne sanitarie e dietetiche, e a provvedimenti come
la distribuzione di mezzo litro di latte al giorno ad ogni bambino di età inferiore
ai 14 anni.
Grazie
a questa politica UP vince le elezioni municipali dell’aprile del 1971. A fine
1971 però, le manovre sul piano internazionale degli USA cominciano a sortire
i loro effetti. Così si riduce a livello mondiale il prezzo del rame, con le
evidenti conseguenze nelle esportazioni del rame cileno. Banca Mondiale e Banco
Interamericano di Sviluppo negano aiuti al Cile, rifiutando di finanziare qualsiasi
progetto industriale di sviluppo e concedendo soltanto piccoli prestiti. La
concessione di credito all’estero, che sotto la presidenza Frei era stata di
300 milioni di dollari, passa a 30 milioni nel 1972 sotto la presidenza Allende.
La situazione internazionale porta inevitabilmente a una drastica crisi economica
interna in cui la destra si tuffa a capofitto per sottolineare l’incapacità
del governo Allende.
Nello stesso tempo
alcune forze della sinistra (settori del Partito Socialista e il Movimiento
de la Izquierda Revolucionaria) spingono per una radicalizzazione del processo
di trasformazione socialista della società. Si incrociano così, una serie di
scioperi ora proclamati dalla destra (4) con manifestazioni di protesta e di
insofferenza, con astensioni dal lavoro, indette dalle forze più radicali della
sinistra cilena e che imputano ad Allende una politica che tende a stare "in
mezzo al guado", favorendo così il rafforzarsi della destra. Questi settori
sostengono che ad un probabile golpe delle forze armate si debba rispondere
in anticipo attraverso l'armamento del popolo.
In questo contesto
le forze armate, sulle quali Allende pone pubblicamente la sua massima fiducia,
guardano con crescente preoccupazione l’evolversi della situazione politica,
e al loro interno, su pressione della destra e degli USA, inizia a prendere
corpo l’ipotesi di un intervento diretto per metter fine all'esperienza del
governo di Unidad Popular e soffocare il clima sociale di radicalizzazione.
Ad accrescere il loro ruolo e il peso nella vita politica cilena, contribuisce
anche la decisione di Allende di chiamare alcuni generali a far parte del governo
per "legare maggiormente" le forze armate al rispetto della carta costituzionale.
Le elezioni politiche
del 4 marzo 1973 si rivelano una cocente sconfitta per PDC e destra si erano
presentati insieme e speravano con i due terzi dei seggi di poter cacciare Allende.
Le elezioni portano la forza di UP al 44%. E' questo l’evento che induce i circoli
politici della destra a decidere di intraprendere la via della forza per riportare
il Paese verso l'“ordine”.
Nel
maggio si tiene il congresso nazionale del PDC che vede eletto Patricio Aylwin,
esponente dell’ala più conservatrice del partito che approva una mozione dell’ex
presidente Frei, in cui si afferma che il PDC farà tutto il possibile per impedire
che il Cile persegua "nella strada che lo conduce a diventare una dittatura
marxista". Un tentativo di colpo di stato realizzato nel giugno (5) è il prologo
di quanto ormai progetta il PDC, la destra e le forze armate. Nell’agosto viene
proclamato un nuovo sciopero dei trasporti che paralizza il Cile, e il 22 Augusto
Pinochet viene nominato capo di stato maggiore dopo le dimissioni di Prats a
seguito dei contrasti all’interno delle forze armate. Allende dichiara pubblicamente
la propria fiducia nei confronti di Pinochet. Intanto, per aumentare il clima
di allarme sociale la destra orchestra da settimane azioni violente portate
avanti da forze paramilitari fasciste, alle quali UP risponde con manifestazioni
di piazza.
L’undici
settembre accade quello che ormai era nell’aria. Le forze armate dichiarano
illegittimo il governo Allende e decidono di prendere il potere. Il “compagno
presidente” rifiuta la proposta di salvacondotto offerta dai militari e si rifugia
con i suoi fedelissimi all’interno della Moneda, il palazzo presidenziale, che
viene bombardata dagli aerei militari. Muore il sogno cileno di una trasformazione
senza violenza verso il socialismo, con il compagno presidente “suicidato”.
Il Paese è in mano alle forze armate, governato da una Giunta militare con a
capo Augusto Pinochet, capo di stato maggiore dell’esercito che darà vita ad
una delle più feroci dittature nella storia del secolo scorso.
La
sintesi storica della dittatura di Pinochet la trovi in questo articolo
NOTE
(1) Il governo in carica
sotto la presidenza del leader democristiano Eduardo Frei, aveva promosso un
programma di modernizzazione che causò la formazione all'interno del PDC di
varie correnti, una delle quali, nel1969, reputò totalmente insufficiente il
programma progressista del partito e ne fondò un altro che poi si sposterà su
posizioni vicine a quelle dell'estrema sinistra, il MAPU (Movimiento de Acciòn
Popular Unitario). Nello stesso anno il vecchio Partido Radical nel suo congresso
decide la propria collocazione a sinistra, e ciò provoca la scissione della
sua ala conservatrice. Approfittando di questa situazione socialisti e comunisti
si indirizzano verso queste due forze ed anche al Partido Socialdemòcrata, che
pure aveva conosciuto una sua radicalizzazione, per formare una coalizione unitaria
che per l'appunto sarà chiamata Unidad Popular.
(2) La campagna elettorale
del 1970 rappresenta per alcuni aspetti qualcosa di già visto. Se infatti 6
anni prima la Cia era intervenuta economicamente a sostegno della “rivoluzione
nella continuità” di Frei per evitare che si affermasse il candidato del FRAP,
la nascita di una coalizione più ampia con un candidato conosciuto e amato dal
popolo, che poteva avere delle possibilità concrete di vittoria spinge le multinazionali
americane, d’intesa con la Cia e il governo statunitense, ad intervenire in
maniera più diretta e pesante nella competizione elettorale. Vi è la prova documentata
da una inchiesta ufficiale del congresso statunitense dell'intervento USA anche
in questa competizione elettorale. torna
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(3) Il senatore del
PDC Fuentealba, ex ambasciatore all’Onu, denunciava al Senato una campagna tesa
ad istigare le forze armate contro il governo. Affermava: “scorgo in questa
campagna le orme e i metodi della Cia per abbattere i governi in altri paesi.
L’imperialismo economico, il governo degli Usa e la Cia hanno operato sino ad
ora in perfetto accordo per far crollare i governi….. Lo hanno fatto in Guatemala
rovesciando Jacobo Arbenaz, per salvare l’impero delle banane della United Fruit,
in Iran contro Mujamed Massa Depric per appropriarsi del petrolio e consegnarlo
alla Standard Oil, in Brasile contro Joao Gaulart per impedire che continuasse
il processo di trasformazione avviato nel paese. Hanno tentato di rovesciare
Fidel Castro a Cuba per recuperare l’impero dello zucchero. Non nutro alcun
dubbio sulle attività della Cia in Cile e della sua partecipazione agli avvenimenti
che stiamo vivendo.” Una congiura di militari sostenuta dagli USA arrivò al
sequestro e all'uccisione del capo dell'esercito René Schneider, ma la manovra
non sortì gli effetti desiderati. Carlos Prats, generale più anziano, fu nominato
comandante in capo. torna
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(4) Da fine settembre
si verificò una progressiva paralisi di taxi, camion, autobus, soprattutto "padroncini".
Seguirono numerose categorie:impiegati, professionisti, negozianti e quindi
proprietari di aziende che ricorsero alla serrata. Fu chiamato dalla sinistra
lo "sciopero della borghesia" e passò alla storia come il "paro de octubre".
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(5) Il 29 giugno un
reparto di carri armati penetra con forza nel Ministero della Difesa con l'intento
di liberare un comandante implicato in una congiura. Il generale Prats in persona
guida i reparti dell'esercito per bloccare il maldestro tentativo. torna
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appendice:
la progressione degli scioperi in Cile:
anno
|
scioperi
|
occupazioni di terra
|
1965 |
142
|
13
|
1966 |
586
|
18
|
1967 |
693
|
9
|
1968 |
648
|
26
|
1969 |
1127
|
148
|
1970 |
1580
|
456
|