recensione tratta da: www.dissenzoo.com
Tratto dall'omonimo romanzo di Diego De Silva, il nuovo film dei fratelli Frazzi,
mette in scena l'odissea di Rosario, ragazzino cresciuto sulla strada tra
camorra, malavita, scorrerie tra coetanei.
Certi bambini crescono in una famiglia disagiata, e non
riescono a ribellarsi al cattivo ambiente in cui vivono.
Certi bambini si danno arie da grandi per far vedere che sono dei duri e
raccontano di aver fatto cose che non hanno fatto per non fare la figura
della femminuccia. Certi bambini sono solo dei bambini, e come tali
vogliono solo giocare, e giocano con quello che hanno a disposizione.
Certi bambini fanno a gara ad attraversare l'autostrada senza farsi
investire, certi bambini giocano a pallone per la strada.
Certi bambini hanno appenna ammazzato un uomo.
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Dove c'era la tranquilla campagna toscana e l'ombra dell'occupazione tedesca,
c'è una Napoli dura e sfaccettata, composta da obiettori che lavorano nei
centri di accoglienza e pedofili che comandano una banda di piccoli criminali.
Dove c'erano i nazisti, c'è la camorra. E ci sono i bambini ad osservare cosa
succede intorno a loro, anche se questa volta ne sono forse più consapevoli.
Forse, perché Rosario è un undicenne che fuma e dice agli amici di aver messo
incinta una donna, ma è anche un ragazzo che si prende cura della nonna malata
ed è pronto a dare una mano agli altri. Rosario, in fondo, non è altro che un
bambino andato a fondo nel mare di criminalità in cui vive.
Proprio partendo dai classici stereotipi della Napoli cinematografica,
"Certi bambini" riesce a raccontarci qualcosa di nuovo sull'argomento.
I fratelli Frazzi, a partire dall'uso del CinemaScope, si lasciano alle spalle i
prodotti televisivi che hanno diretto a pacchi e realizzano un film che ha sì
qualche scelta di montaggio un po' pretenziosa ma che sa catturare lo spettatore
e avvolgerlo in un'atmosfera di continua tensione. Un film intenso e ben girato,
cosa rara in certo cinema italiano, che si avvale di una serie di bravi
interpreti anche tra i non professionisti (ma qualche sottotitolo avrebbe
giovato).
Forse non è un vero film di denuncia, ma probabilmente non aveva nessuna
intenzione di esserlo. E' un film che si propone di raccontare, e magari
comprendere e farci comprendere, una situazione ben più complessa di quello che
possiamo pensare. Perché guardando questo film è chiaro che certi bambini
bisogna salvarli da piccoli, prima che sia troppo tardi.