"Gli Stati Uniti sono impegnati nell'abolizione mondiale della tortura e guidano questa battaglia con il buon esempio".
Comincia così "Abu Ghraib e dintorni", il libricino pubblicato da Amnesty International alla luce dello scandalo sulle torture in Iraq. Di certo un fatto aberrante, tanto più se consideriamo che a perpetrare simili violazioni dei diritti umani sono stati i "gloriosi" Stati Uniti d'America, Paese che (com'è noto...) si è sempre prodigato per la tutela delle libertà, per la salvaguardia dei diritti e della democrazia (in particolar modo quando di mezzo c'erano anche altri interessi commerciali o politici...). Ma il caso iracheno è solo la punta dell'iceberg, numerosi infatti sono i casi di tortura e maltrattamenti, da parte di forze di sicurezza, agenti di polizia e altri organi dello Stato che, stando ai rapporti di
Amnesty, nel 2003 hanno interessato 132 paesi. E giusto per darne un'idea e fare un po' di numeri e nomi, fra i Paesi con la coscienza sporca se ne trovano 34 europei... come dire che non se ne salva quasi nessuno. E Italia, Francia, Germania, Spagna non risultano di certo innocenti... |
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Il fatto è che la tortura è un metodo estremamente efficace per estorcere confessioni, punire reali o presunti colpevoli di reati e soprattutto seminare il terrore e diventa sempre più difficile smascherarla. Infatti la torura ha come obiettivo l'annullamento della personalità, della dignità, dell'individualità, agisce sulla sfera psichica e sempre meno su quella fisica. Difficile anche riuscire a dimostrarla in tribunale o con esami medici: i metodi usati sono subdoli e possono consistere in innumerevoli forme di deprivazione sensoriale (uso di bende e cappucci, isolamento fisico e acustico...), soprusi quali costringere un prigioniero a stare in piedi per ore, privarlo del cibo, del sonno, dell'acqua, esporlo a temperature estreme o a musica assordante, inscenare una finta esecuzione, minacciare di stupro sua moglie o sua figlia...
Credo che tutto questo porti a una considerazione e molti interrogativi. La prima riguarda l'ipocrisia dei governi e mi chiedo davvero con quale coraggio si possa continuare a sostenere che la nostra è una missione di pace e che siamo lì per la difesa dei diritti del popolo iracheno, per esportare la democrazia e cose del genere.
Le domande aperte sono queste: Perché le denunce di Amnesty International sono rimaste inascoltate per un anno? Si farà qualcosa per evitare il ripetersi di simili eventi? (lasciamo perdere le sanzioni che colpiranno gli esecutori materiali, qui si tratta di demolire il "sistema tortura" che ha preso piede) Quando (e se) l'Italia introdurrà il reato di tortura, verrà considerata tale solo quella "reiterata"????? Che altro succede lontano dai nostri occhi?
Riceviamo e Pubblichiamo.