Riceviamo e pubblichiamo:
Da Ivo una riflessione sulla figura di Berlinguer
IL "MIO" ENRICO
BERLINGUER
di Ivo
L'11
giugno del 1984 moriva Enrico Berlinguer, colpito da un ictus durante un comizio
a Padova quattro giorni prima. Sono già passati vent'anni da quei giorni.
Giorni che non colpirono solo il mondo della politica ma milioni di Italiani.
Un evento che i nostri vagabondi hanno raccontato benissimo ne I funerali di
Berlinguer.
Non voglio "analizzare" politicamente la sua figura oggi, non spetta
a me ma agli storici o ai politici dei DS, di Rifondazione o dei Comunisti Italiani
che bene o male raccolsero il suo testimone.
Voglio solo testimoniare e ricordare quei giorni di un ragazzo di 15 anni, nato
praticamente alla feste de L'Unità, che "vedeva" tutti i giorni,
in televisione, sui giornali e manifesti quell'uomo piccolo piccolo, gracile,
che parlava con un tono di voce particolare, senza mai alzarla, con un grande
rispetto per gli avversari e per le istituzioni.
Un ragazzo che lo vide da lontano alcuni anni prima a Genova a un nazionale
de L'Unità e che di quel giorno ricorda solo il caldo e la ressa che
c'era.
Un ragazzo che però, in quei giorni del 1984, capiva che molto sarebbe
cambiato con quella scomparsa. Che non avrebbe più rivisto quel "modo"
di fare politica, quel parlare pacato ma fermo e convinto delle sue scelte,
quel rispetto per l'avversario e soprattutto quel modo di rivolgersi alla gente
comune, a chi lo amava e credeva in lui.
Ecco quello che un ragazzo di 15 anni allora, oggi un uomo di 35 che qui scrive,
ricorda di Enrico Berlinguer.
Oggi molte cose sono cambiate: il mondo non è più diviso in due
blocchi, non c'è più il PCI, la politica italiana è bipolarista
ecc. ecc. e ogniuno è figlio del suo tempo e soprattutto coi "se…"
non si fa la storia. Ma, indipendentemente dalle scelte di quel periodo storico,
che ora attraverso scritti e parole potrei anche analizzare, condividere o criticare,
quel modo di fare politica mi manca. In molti politici italiani vedo solo arroganza
e nessun rispetto per le istituzioni. La mancanza di rispetto verso l'avversario
(anche se l'avversario si chiama Berlusconi) la vedo anche in alcuni politici
della sinistra, che si dovrebbero ricordare invece che ad attaccare l'uomo,
e non le sue idee con controproposte, si perde sempre. Politici che poi "portano"
come "testimone" la figura di Berlinguer ma da cui sembra non abbiamo
imparato nulla.
Invito chiunque "c'era" o "non
c'era" in quei giorni, a lasciare una sua testimonianza o una sua impressione
nei commenti qui sotto.