IL BALLO DI AURELIANO
da "Terra e libertà" (4'04"), "Raccolti" (4'20")
IL
BALLO DI AURELIANO
da "Terra e libertà" (4'04"),
"Raccolti" (4'20")
Esta noche por la
calle suena mi tambor
Puoi chiamarmi partigiano,
bandito oppure illuso
Soldato di una guerra persa prima del suo inizio
Sono la tua coscienza sporca,
sono un vecchio contadino
Sono l'indio, il mendicante, sono l'ortica nel tuo giardino
I miei compagni sono già morti o marciscono in prigione
Eppure sono ancora qui a gridare al mondo
"Viva la rivoluzione!"
Gli anni passano, i miti
invecchiano, i muri son crollati
Le bandiere di una volta sono appese negli stadi
I giapponesi e i gringos arrivano a fare affari
E il paese ormai è venduto alle multinazionali
Con quei dollari i generali organizzano la repressione
Eppure siamo ancora qui a gridare al mondo
"Viva la rivoluzione!"
Esta noche por la calle
suena mi tambor
Con una taglia sulla testa tra i villaggi sono andato
Molte case si sono aperte, molte volte si è ricordato
Della leggenda da Paddy Garcia, di chi non smette di sognare
Nell'utopia della rivolta e non è stanco di lottare
Per chi si unito c'è la vittoria o il plotone d'esecuzione
Eppure siamo ancora qui a gridare al mondo
"Viva la rivoluzione!"
Esta noche por la calle
suena mi tambor
Ora puoi chiamarmi Aureliano,
Don Chisciotte o Pancho Villa
Ma sono un fuoco ancora acceso, sono l'urlo della gueriglia
Non combatto i mulini a vento e il nemico è sul mio sentiero
Stasera offro un ballo davanti al mondo intero
Le campane danno il segnale, tutt'intorno c'è confusione
Adesso posso urlare al mondo "Per sempre che
Viva la rivoluzione!"
Esta noche por la calle
suena mi tambor
Dedicata a Nestor
Cartolini, comandante dei "TupacAmaru", formazione guerrigliera
guevarista del Perù.
Alberto Cottica ci spiega: "Un certo Fujimori, di origine giapponese ma
nato in Perù, viene eletto democraticamente Presidente; un bel giorno
decide di sospendere a tempo indeterminato le elezioni e attua una specie di
auto-colpo di stato. Lui è il presidente e lui governa. Governa un po'
bene e un po' male. Il sig. Cartolini pensa che governi più male che
bene, e non trovando un modo civile e democratico per protestare visto che il
sig. Fujimori controlla anche tanta "bella roba", decide di occupare
l'ambasciata giapponese durante un ricevimento dove ci sono diplomatici di tutto
il mondo. Li chiudono dentro senza nessuna violenza, liberandoli poco alla volta
mentre cercano una trattativa con le autorità peruviane. Questa situazione
dura per circa un mese fino a quando un gruppo specializzato di commandos fà
irruzione e uccide tutti i guerriglieri, Cartolini compreso.
"Il ballo di Aureliano" racconta come si può arrivare a un
gesto estremo quando si ci trova in una situazione estrema, senza giudicare,
cercando di comprendere..."
"Campionamenti" musicali: il riff è un rielaborato da una tradizione
irlandese, "The Otter's holt" di Matt Molloy.
Per saperne di più
sull'argomento qui sotto potete trovare alcuni documenti che abbiamo trovato
in rete.
¡TUPAC AMARU
VIVE!
17 dicembre 1996, ore 20:00: a
Lima alcuni militanti del Movimiento Revolucionario Tupac Amaru occupano l'ambasciata
giapponese e sequestrano 500 persone....Si compie la profezia di quattro secoli
fa: LA TESTA SI E' RICONGIUNTA AL CORPO E TUPAC AMARU RINATO ATTACCA. Quest'ultima
illusione è durata 126 giorni, inghiottita dal famelico Fujmori, calpestata
dalla logica repressiva Neoliberista fatta di sopraffazione, povertà
e morte. La rabbia e il profondo senso di inutilità davanti a questo
muro di gomma, che ci hanno invaso all'indomani della strage premeditata del
22 aprile, devono trasformarsi in forza per continuare l'opera di controinformazione
e di appoggio a tutti quei popoli, quelle donne e quegli uomini che lottano
nel mondo per la dignità e la giustizia, perchè tutto questo non
sia inutile. Il Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru nasce nel 1980 dall'alleanza
di vari gruppi politici, dopo il fallimento del dialogo. Da quel momento questa
organizzazione politico-militare lavora clandestinamente per intraprendere la
propaganda armata. Nel 1985, con la salita al potere di Alan Garcia e del suo
partito di stampo populista, il MRTA dichiara la sospenzione unilaterale dell'azione
armata. La tregua armata non dura molto: il nuovo governo rivela ben presto
le proprie intenzioni con una politica economica neoliberale e con l'instaurazione
di un terrorismo di stato. Nel 1989 con l'arresto del comandante general Victor
Polay ci fu da parte del movimento una ritirata strategica verso la Selva Central,
al fine di ricostruire e riorganizzare la base sociale del movimento. Mentre
Fujmori, al potere dal 1990, dichiarava la sua vittoria sulla guerriglia, il
MRTA continuava un lavoro politico per creare una nuova generazione di combattenti,
cercando un cambiamento radicale della società peruviana verso una giustizia
sociale, in cui il potere sia in mano ai lavoratori attraverso una vera democrazia
partecipativa. L'obiettivo della presa dell'ambasciata giapponese da parte del
commando "Edgard Sanchez" era la liberazione di 400 prigionieri politici
tupamaros, rinchiusi nelle carceri di massima sicurezza peruviane. Quando nel
1990 Fujmori salì al potere applicò un programma economico di
chiaro stampo neoliberista, e per garantire i privilegi e gli interessi delle
multinazionali americane e giapponesi, intraprese una cruenta repressione sistematica
ai movimenti di opposizione. Per mettere a punto questo programma, violò
tutto l'ordinamento legale e giuridico dello stato e con un autogolpe nel 1992
si attribuì potere assoluto, in alleanza con le forze armate. Inoltre
riorganizzò il potere giudiziario al fine di porlo al servizio del proprio
governo. In Perù vi sono 9000 prigionieri politici e per essi aberrazioni
giuridiche, carceri tomba, isolamento, torture sono all'ordine del giorno. Il
diritto di qualsiasi accusato di essere considerato innocente fino a prova contraria,
non esiste, così come non esiste il diritto ad un avvocato difensore.
Chi viene arrestato può restare 15-30 giorni arbitrariamente detenuto
in isolamento e sottoposto a torture senza un avvocato e una pubblica accusa.
Una volta in tribunale l'atto di accusa della polizia è già prova,
e giudici incappucciati emettono una sentenza in 24-48 ore. Il difensore, nei
casi in cui ci sia, può prendere atto dei documenti d'accusa solo due
ore prima del processo. La sentenza va dai 20 ai 30 anni o addirittura all'ergastolo.Le
condizione carcerarie sono disumane: primo anno di carcerazione in totale isolamento,
mezz'ora d'aria al giorno (solo dopo un anno di isolamento), visita dei parenti
più stretti una volta al mese, mancanza di assistenza medica, uso sistematico
di torture. Le condizioni di vitto e alloggio sono assolutamente indecenti,
per portare all'annichilimento fisico e psichico dei prigionieri. Le celle hanno
delle dimensioni di due metri per tre e contengono fino a quattro persone, senza
luce, con acqua limitata, con piccole latrine, senza radio, televisione, giornali
o libri, in condizioni di isolamento fisico, auditivo e visivo. La politica
repressiva di Fujmori nei confronti di coloro che vengono accusati di delitti
di terrorismo e di tradimento alla patria, trasgredisce qualsiasi diritto di
base della persona. In Perù come in altri paesi del mondo, neoliberismo
significa povertà e miseria per la stragrande maggioranza della popolazione:
le ricette tipicamente neoliberali quali privatizzazione, sfruttamento selvaggio
di risorse naturali ed umane al fine di privilegiare gli interessi di una minoranza
al potere e delle multinazionali estere, hanno portato anche in Perù
esclusione sociale, disoccupazione, morte, fame e guerra. Le politiche di privatizzazione
e il conseguente rialzo dei prezzi hanno allargato enormemente il divario sociale.
Sette milioni di persone vivono in condizioni di miseria estrema, altri tredici
milioni in condizioni di povertà. Il tasso di disoccupazione è
altissimo: il 70% della popolazione è disoccupata o sottoimpiegata. Alle
ore 15,25 del 22 aprile si chiude l'operazione rompere il silenzio. Più
di 140 elementi di un gruppo di elite della marina militare peruviana assaltano
l'ambasciata. I 14 guerriglieri vengono uccisi e gli ostaggi liberati. I mass-media
ed i rappresentanti degli stati mondiali dimostrano la loro soddisfazione nei
confronti di questa cosiddetta missione di successo, la cui responsabilità
è da attribuire anche al governo statunitense per avere addestrato i
militari e a quello giapponese per avere sottoscritto e accettato un' azione
del genere nel proprio territorio. Questa strage premeditata dalla quale Fujmori
ha tratto il massimo profitto politico grazie al rialzo della sua popolarità,
non porta a nessuna soluzione dei problemi che hanno armato i guerriglieri Tupac
Amaru.
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INCONTRO CON FELICIDAD E LUCIA
CARTOLINI
Il 22 aprile 1997- ore 15,30,
a Lima in Peru' i 14 militanti del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru con
a capo il comandante Nestor Cerpa Cartolini, che dal 17 dicembre avevano occupato
l'ambasciata giapponese, per richiedere la scarcerazione dei loro compagni prigionieri
nelle carceri peruviane, sono stati selvaggiamente massacrati. Il 24 maggio
1997, a distanza di poco piu' di un mese, Felicidad e Lucia Cartolini raccontano
a Bologna davanti a circa 300 persone, la tragica morte del comandante Evaristo
e dei suoi 13 compagni.Il loro volto e' segnato dal dolore, reso ancora piu'
evidente dal lutto per un figlio e un fratello cosi'ingiustamente perduto.Vengono
accolte da un lungo e intenso applauso, a dimostrazione della rabbia e del dolore
che l'eccidio avvenuto a Lima ha significato per noi dall'altra parte del mondo.
Felicidad inizia a parlare con voce calma, ma a tratti spezzata dalla commozione.La
morte del figlio l'aveva colta di sorpresa in quella lunga notte del 22 aprile,
in quanto le mediazioni, che procedevano relativamente bene, facevano sperare
ad una possibile soluzione pacifica dell'occupazione dell'ambasciata. Per problemi
di sicurezza le e' stato impedito di rientrare in Peru', da cui fuggi' anni
fa con la sua famiglia per rifugiarsi in Francia, a Nantes; le e' stato impedito
di poter vedere per l'ultima volta suo figlio, che dal lontano '84, quando Nestor
aveva deciso di entrare nella clandestinita', non aveva piu' visto. La sorella
di Felicidad, Rosa, si e' occupata di ripulire e vestire per il funerale il
comandante Cartolini nell'obitorio dell'ospedale militare di Lima, scoprendo
nel corpo del nipote segni di strangolamento e 31 buchi di arma da fuoco che
gli avevano dilaniato il capo. E' stata poi fatta uscire dal retro dell'ospedale
e fatta salire su una camionetta che ha percorso per ore le strade di Lima fino
a giungere nella periferia piu' estrema della citta', ed e' qui che il corpo
del comandante Evaristo e' stato sotterrato, nel cimitero di " Nueva Esperanza",
nel silenzio e nella solitudine, lontano dagli occhi dei peruviani per i quali
lui ha lottato ed e' morto. Il governo peruviano ha vietato a tutti di visitare
la tomba di Cartolini, soltanto Rosa puo' recarsi nel piccolo cimitero. Degli
altri guerriglieri del comando "Edgard Sanchez" si sa soltanto che
quelli che si sono salvati dalla cruenta esplosione, che ha permesso l'entrata
nell'ambasciata dei militari, sono stati uccisi a freddo e i loro corpi sono
stati ferocemente massacrati. I corpi straziati non sono stati neppure restituiti
alle famiglie, alle quali e' stato negato il diritto di vederli e di seppellirli.
Sono stati ingannati e truffati da Fujmori e dalla polizia che avevano detto
loro che le salme dei loro figli sarebbero stati sotterrati nel cimitero a sud
di Lima, a Chorrillos; hanno atteso invano tutto il giorno, in realta' i corpi
sono stati sepolti in cimiteri della periferia o in fosse comuni. Intanto le
repressioni in Peru' continuano non soltanto all'interno delle prigioni-tomba,
dove 400 dei 6000 prigionieri politici rinchiusi in condizioni disumane fanno
parte del MRTA, ma anche nei confronti dei familiari dei 14 tupamaros che hanno
partecipato all'azione "Rompere il silenzio", e nei confronti delle
organizzazioni internazionali e di quei peruviani che hanno richiesto chiarezza
e giustizia sulla strage del 22 aprile. Alcuni di loro che fanno parte di un
sindacato peruviano , sono stati prelevati dalla polizia e per 15 giorni sottoposti
ad interrogatori e torture psicologiche dalla Direzione Nazionale contro il
Terrorismo. Troppe domande ancora rimangono senza risposta, denuncia Lucia Cartolini,
prima fra queste l'ambiguo comportamento dell'arcivescovo di Lima - Juan Luis
Cipriani, che era uno dei tre intermediari nelle trattative avvenute in questi
mesi tra il governo Fujmori e l'MRTA: perche' 48 ore prima del "blitz",
per motivi di salute l'arcivescovo si e' ritirato dalle trattative? La famiglia
di Nestor Cerpa Cartolini tramite la chiesa francese ha richiesto un incontro
con il Mons. Cipriani, ma a distanza di un mese non e' ancora giunta risposta
da Lima. La sorella del comandante Evaristo conclude l'incontro dicendo che
Nestor continuera' a essere vivo nel suo popolo, e verra' il giorno che il popolo
peruviano reagira', perche' non si puo' continuare a vivere nell'oppressione
e nell'ingiustizia. ANCHE NOI ASPETTIAMO QUEL GIORNO, QUANDO LA TESTA SI RICONGIUNGERA'
CON IL CORPO E TUPAC AMARU RINATO ATTACCHERA'!