Come documento d'archivio eccovi il testo della presentazione ufficiale del dicembre 2003
“¡Viva la
Vida, Muera la Muerte!”
Con
questa frase i rappresentanti delle comunità zapatiste del Chiapas chiudevano
i loro formali e serissimi discorsi pubblici di benvenuto nei nostri riguardi.
Una rivendicazione che in sé comunica già tutto: si nasce, si lavora e si lotta
per la vita. Perché essa sia soprattutto dignità, gioia, piacere, rispetto,
scelta, cooperazione, PASSIONE. Dal nostro viaggio nelle terre dei comandanti
indios dai nomi di personaggi dei fumetti e del cinema americano e del famoso
e inafferrabile sub-comandante Marcos abbiamo innanzitutto riportato questa
lezione: al di là dei discorsi, delle professioni di militanza, delle teorie,
degli slogan, delle bandiere, contano i fatti e le utopie che hanno contribuito
a realizzarli, piccoli o grandi che essi, ed esse, siano. Solo mettendosi in
gioco per migliorare un poco la vita (propria e di chi vive con noi) si riuscirà
a “sconfiggere” la morte. Può sembrare una riflessione retorica e un po’ scontata
secondo i parametri di giudizio occidentali ma, lontano da qui, nei poverissimi
villaggi della Selva Lacandona, o nelle sterminate tendopoli Saharawi, o negli
oscuri ghetti delle township sudafricane, questa affermazione suona più che
mai evidente e potente, tanto da raggiungere e valere per ogni angolo di Mondo.
Noi crediamo che solo i pazzi e i criminali possano essere così sordi e cinici
da non volerla comprendere nella sua profonda essenza.
Le canzoni di questo disco sono state composte in alcuni casi prima del nostro
viaggio di inizio 2003 nelle comunità maya di Chiapas e Guatemala, in altri
dopo. La scelta di includerle, però, è stata guidata per tutte dall’ideale sollecitazione
posta dal titolo. Non si può parlare di concept album, ma in ogni brano si può
ritrovare questa essenza vitale che muove i sogni, gli ideali, i percorsi, le
denunce e le storie che sono state messe in musica.
La realizzazione dell’album si è sviluppata attraverso due fasi: dapprima si
è lavorato su un ampio ventaglio di nuove canzoni, provando e sperimentando
diversi arrangiamenti. Poi, dopo l’incontro con il produttore Max Casacci (di
Casasonica), si è passati alla scelta dei brani e all’elaborazione dei testi
e degli arrangiamenti definitivi. Grazie alla guida di C. Max, il lavoro in
studio ha permesso di sviluppare un suono e un’attitudine musicale che, proseguendo
il discorso iniziato con “Radio Rebelde” (2002), ha il senso compiuto di una
solida maturità raggiunta dalla band. Dopo mezzo milione di dischi venduti in
dieci anni, dagli esordi del 1994 di “Riportando tutto a casa” ad oggi, decine
di tour in giro per l’Italia, l’Europa, il Sudamerica e l’Africa, i Ramblers
di “¡Viva la Vida, Muera la Muerte!” trovano il perfetto equilibrio tra poesia
e lotta, vocazione internazionalista e amore per le proprie tradizioni, curiosità
per i suoni e le canzoni di tante diverse culture e desiderio di sperimentare
e cercare nuove strade espressive. Ecco allora che il suono “postpadano” di
“Al Fiómm” e “La Fola ed la Sira” coesiste e si innesta sul dialetto emiliano
dei propri nonni. Nel rivendicare e nel denunciare, lo spagnolo di “Mira Niño”
si associa al melting pot linguistico “maghreb-style” di “El Presidente” e all’inglese
ed al francese del ritornello di “Altri Mondi”. “Il Testamento di Tito” tocca
il tema del rapporto tra religione istituzionalizzata e società, celebrando
il nostro omaggio al più grande poeta di musica italiano, Fabrizio De Andrè,
lucido cantore delle ipocrisie del mondo e degli uomini che lo popolano. Questo
suo accorato testo rappresenta in pieno il nostro sentire sull’argomento. “Ebano”,
“Stelle sul Mare” e “Lontano” parlano di vite dure, fatte di rinunce, sofferenze,
emigrazione, sogni irraggiungibili, distanze. Ma pure colme di dignità, anche
nella povertà o nel sapersi essere sfruttate, perché, comunque vada, si è tentato
qualcosa. “Lontano” è la nostra rielaborazione di un brano registrato in origine
assieme ai Landscape Prayers a Durban in Sudafrica, due anni fa, in occasione
della collaborazione al loro album dallo stesso titolo. “I Cento Passi”, ispirata
fin dal nome al bellissimo film di Marco Tullio Giordana, parla di chi, pur
amando la vita, non ha esitato a sfidare la Mafia a rischio della propria sorte:
Peppino Impastato, del suo coraggio e della voglia di equità e giustizia che
lo guidarono. “Ramblers Blues” (la ballata blues di speranza dei Ramblers),
accompagnata da un tappeto di suoni al contempo moderno e folk e “Viva la Vida”,
dalla tessitura ritmica rock-steady, chiosano l’essenza della frase che dà il
titolo al disco. C’è bisogno di tutta la nostra intelligenza, come disse a suo
tempo Antonio Gramsci, per cercare di migliorare il mondo. Questo è il nostro
tempo e occorre più che mai mettersi in gioco, come individui e come parte di
una grande comunità di persone, idealmente legate tra loro: dagli altos del
Chiapas a Genova, da Porto Alegre fino a Cinisi.
Al disco hanno collaborato, oltre a C. Max e il fido tastierista e programmatore
Ale Bavo (anch’egli di Casasonica), vari ospiti. Ci sono i nostri vecchi compagni
Massimo Giuntini, alla cornamusa in un brano, e Giovanni Rubbiani, che partecipa
alla composizione del testo di “La Fola ed la Sira”. C’è la cantante dei Caravan
de Ville, Sara Piolanti, che presta la voce in tre canzoni. C’è l’amico Luca
Lanzi, dei fratelli Casa del Vento, che partecipa alla composizione della musica
di “Altri Mondi”. C’è la voce saharawi del poeta Dahan Abdelfatah che perora
la causa del suo popolo (da anni sosteniamo la sua lotta assieme all’associazione
Saharawi italiana). C’è l’incredibile tromba cubana di Amik Guerra, già nei
Mau Mau e nei Fratelli di Soledad. Ci sono i musicisti sudafricani Gito Baloi,
Nibs van der Spuy e Ant Cawthorn-Blazeby, con cui collaboriamo nell’incisione
di “Lontano”.
Grazie alla collaborazione intrapresa con la COOP come testimonial di “Acqua
per la Pace”, per ogni copia acquistata del disco, a prescindere da chi l’ha
venduta, la COOP destinerà un euro (basandosi sulle cifre di vendita dichiarate
dalla Universal) nei progetti di solidarietà legati alla campagna.
MCR , dicembre 2003