FIGLI DELL'OFFICINA da "Fuori Campo " (4'15")
FIGLI DELL'OFFICINA
da "Fuori Campo " (4'15")
Figli dell'officina
Figli di questa terra
Già l'ora si avvicina di una più giusta guerra
La guerra proletaria
Guerra senza frontiere
Innalzeremo al vento le libere bandiere
Dai monti e dalle valli
Giù noi scendiamo in fretta
Con queste mani dai calli faremo vendetta
Del popolo gli arditi noi
siamo i fior più puri
Fiori non appassiti nel fango dei tuguri
Avanti, avanti siamo ribelli
In lotta per un mondo di fratelli (di pace e di lavoro)[2V.]
Voi spose e fidanzate
Il pianto via dal ciglio
Voi madri desolate non trattenete il figlio
Ma ognun corra a gettarsi
Nel mezzo della mischia
Dai corri, dai gettati, audace è sol chi rischia
Tiranni ed oppressori
Il duce, il papa il re
Non più vogliam signori ed ognuno farà da se
Del popolo gli arditi...
Arrangiamento di un pezzo popolare,
anche canto partigiano, poi diventato canto di rivolta. Il testo è un
adattamento dell'inno degli anarchici .
Il testo originale fu scritto da Giuseppe Raffaelli e Giuseppe De Feo, anarchici
carraresi, nel 1921, mentre si preparavano ad affrontare le squadracce fasciste
con gli “Arditi Del Popolo”.
Figli dell'officina
o figli della terra,
già l'ora si avvicina
della più giusta guerra,
la guerra proletaria
guerra senza frontiere...
Innalzeremo al vento
bandiere rosse e nere.
Dai monti e dalle valli
giù giù scendiamo in fretta,
pure le man dai calli
noi le farem vendetta.
Del Popolo gli Arditi
noi siamo i fior più puri,
noi salutiam la morte
bella vendicatrice,
noi schiuderem le porte
a un'era più felice.
Ai morti ci stringiamo
e senza impallidire
per l'Anarchia pugnamo
o Vincere o Morire...
Innalzeremo al vento
bandiere rosse e nere