NIENTE DIRETTA PER IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO - di Ivo -
L'ultima "bella" notizia...
NIENTE DIRETTA PER IL
CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO
di Ivo
La
"bella" notizia fresca fresca di stamattina, sui principali quotidiani,
è che la RAI trasmettera il concerto del primo maggio con una «differita»
di una ventina di minuti o di un’ora, il tempo per tagliare parti sgradite
o «rischiose per gli ostaggi in Iraq» ed evitare che diventi una
«manifestazione politica» e per evitare che nella diretta ci possa
essere qualcuno che magari invochi il ritiro delle truppe, o che dia qualche
definizione del lavoro che i rapiti stavano svolgendo nel teatro di guerra.
Un'altra giustificazione è il richiamo alla par condicio. Un censura
preventiva riferita alle dichiarazioni fatte l’anno scorso da Daniele Silvestri
e dalla cantante dei 99 Posse (che quest’anno non partecipano al concerto).
Cattaneo ieri ha informato i leader sindacali dicendo
che erano d’accordo. Ma Epifani, leader Cgil impegnato sulla Fiat, non
è affatto d’accordo e anche Pezzotta (Cisl) ha le sue riserve. Le
esprimeranno oggi nell’incontro che il direttore generale avrà alle
11 con i segretari organizzativi Guzzonato (Cgil), Betti (Cisl) e Barbagallo
(Uil). E alle critiche dei cantanti si sono aggiunte quelle dei discografici
della Fimi , mentre gli organizzatori temono la fuga degli sponsor. Ma a valutare
cosa tagliare dovrebbe essere un gran giurì di piazza formato dal Dg
Rai o chi per lui, dal direttore di RaiTre, Paolo Ruffini e da tre rappresentanti
sindacali. A questo punto, però, la manifestazione autogestita cambia
natura, c’è chi a Viale Mazzini si chiede: chi si assumerà
la responsabilità se succede qualcosa? La Rai? Il direttore generale?
Dopo le "mutande" quindi arriva anche il "bavaglio". I protagonisti,
cioè i musicisti che si esibiranno sul palco, come si diceva, sono preoccupati,
allibiti e sconcertati: "Mi dispiace davvero che si voglia censurare una
festa così importante che ha come tema la pace", dice l'ex Tiromancino
Riccardo Sinigallia. "D'altra parte, però - prosegue - questo dimostra
la paranoia della destra la cui credibilità cala di giorno in giorno".
Oltretutto ogni artista ha dovuto firmare un contratto in cui c'è una
clausola ben precisa in materia di par condicio: è vietato fare riferimenti
a simbologie o partiti politici. "Una norma - dice Riccardo Sini gallia
- che non mi sembra così folle in tempi di campagna elettorale. Quello
che invece mi sembra folle è la decisione della differita che dimostra
in modo palese la volontà di censurare il concerto".
Per la Rai di Cattaneo, però, lo abbiamo già detto non si tratta
di censura ma di "tutela". Tanto che sempre da viale Mazzini spiegano
che gli eventuali interventi - leggi tagli - sulla messa in onda saranno decisi
"di comune accordo tra i di rigenti della Rai e i rappresentanti sindacali
proprio a garanzia che non scatteranno censure ingiustificate per gli interventi
dei leader sindacali". Insomma, questo sì, questo no. L'applauso
per i lavoratori, resta. Quello per la pace, magari, va tagliato. "E già
- dice Raiz, ex leader degli Almamegretta - se siamo arrivati al punto che chi
parla di pace viene considerato alla stregua di chi fa campagna elettorale per
un partito, siamo davvero inguaiati!". Pure Raiz, infatti, è convinto
che questa destra vede il potere sovversivo della piazza nel suo messaggio pacifista
che, mai come quest'anno, sarà forte. "Solo il concerto del primo
maggio e il Papa ormai sono capaci di richiamare tanta gente - prosegue il musicista
e inoltre su certi temi, come la pace, la pensano pure allo stesso modo".
È di questo che ha paura il governo. "Paura che su quel palco -
aggiunge Raiz - si dica che la guerra in Iraq è stata fatta per il petrolio
e che scatti un'ovazione. La destra teme che quell'ovazione sia mandata in onda
a conferma di quello che la gente già sa e crede fermamente".
Anche
il nostro Cisco si dice: "basito e allibito" per la decisione della
differita. Prosegue poi : "Se devo essere sincero però quando in
tv è apparso il video con le immagini degli ostaggi italiani e l'ultimatum
per il primo maggio mi sono subito chiesto: e ora che faranno col concertone?
Come dire, hanno trovato una circostanza fortuita per poter offuscare in qualche
modo una manifestazione animata da uno spirito di sinistra come il concerto
di San Giovanni". Insomma, per Cisco quello dell'ultimatum è stato
un ottimo pretesto per la Rai per ridimensionare un palco troppo "pericoloso"
di questi tempi.
"Il concertone - prosegue il nostro rambler- è la più grossa
manifestazione musicale d'Europa. Una cassa di risonanza con un'eco politica,
dunque, di enormi proporzioni. E questo nonostante negli anni si sia tentato
in tutti modi di sottrarre il significato politico alla manifestazione".
È vero, infatti, che più volte i media hanno sottolineato come
i giovani a piazza San Giovanni non abbiano più un colore politico ben
definito. "Non importa - ribatte Cisco - davanti ai pugni alzati e alle
bandiere rosse anche i ragazzi di quindici anni iniziano a farsi delle domande,
si interrogano. E cosa c'è di più pericoloso per il potere di
una massa di giovani che si fa delle domande? Che non resta addormentata davanti
alla tv e non si fa narcotizzare?". Per questo, conclude Cisco, la piazza
di San Giovanni "dà fastidio a molti e per questo noi sicuramente
abbiamo voglia di dire da quel palco delle cose importanti. E abbiamo voglia
di cantare Bella ciao, perché il primo maggio è una grande festa
popolare e se non lo facessimo ci sentiremmo di prendere in giro noi stessi,
ma soprattutto il nostro pubblico".