Cuba ... voto contrario dell'ONU
Data: Martedì, 27 aprile @ 22:41:51 CEST Argomento: Succede nel Mondo
La Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite condanna l'Isla Grande - di Giovy
Ginevra, 20 aprile - Con 22 voti a favore, 21 contrari e 10 astensioni è stata approvata , nella riunione della Commissione Diritti Umani dell'Onu, la risoluzione di condanna del governo cubano.
Il giorno prima era stata organizzata nella città svizzera una grande manifestazione di appoggio all'Isla de la Revolucion.
La mozione, presentata dall'Honduras su ispirazione statunitense (strano!!!! n.d.r.), "deplora gli episodi avvenuti lo scorso anno, quando furono pronunciate condanne contro dissidenti politici e giornalisti", invita l'Avana a garantire libertà di espressione e di religione e ad avviare un dialogo con tutti i gruppi politici e le chiede di consentire la visita di un inviato delle Nazioni Unite, incaricato di valutare i progressi della democrazia sull'isola. Nessuno Stato latinoamericano si è apertamente opposto: Argentina, Brasile e Paraguay hanno però optato per l'astensione. Il ministro degli Esteri di Buenos Aires, Rafael Bielsa, aveva già preannunciato la decisione argentina, seguendo la linea inaugurata l'anno scorso dal governo Duhalde. Anche Brasilia non ha fatto che confermare la posizione adottata nel primo anno di presidenza Lula. Quanto ad Asunción, il presidente Duarte Frutos ha resistito agli "appelli" di George Bush, giustificando il suo rifiuto di votare a favore con il diverso metro di giudizio che la Commissione applica a seconda dei casi. Le pressioni Usa hanno invece avuto successo con altri paesi del continente: oltre all'Honduras, la Repubblica Dominicana, il Guatemala, il Costa Rica, il Messico, il Perú e il Cile. A Tegucigalpa l'ombudsman Ramón Custodio, in un comunicato, ha messo in discussione l'autorità morale del presidente Maduro, che si è assunto la responsabilità di censurare quanto avviene a Cuba, quando nel suo paese si commettono impunemente esecuzioni extragiudiziarie: "L'Honduras si presta di nuovo alle manipolazioni per aggredire un paese in cui i bambini non soffrono di denutrizione e non muoiono di fame", conclude il documento. A Santiago il presidente Lagos, nonostante l'opposizione del Partido Socialista, ha appoggiato la risoluzione: una decisione che la ministra degli Esteri, Soledad Alvear, ha definito "perfettamente coerente" con le posizioni del governo in materia di diritti umani, ma che appare soprattutto in linea con gli accordi economici stretti tra Cile e Stati Uniti. A Città del Messico la decisione di votare a favore, presa da Vicente Fox dopo una conversazione telefonica con Bush, ha scatenato reazioni di protesta contro il capo dello Stato, accusato di aver umiliato la sovranità nazionale e di esser venuto meno al principio costituzionale di non ingerenza.
Come risposta alla condanna, Cuba ha presentato alla Commissione un progetto di risoluzione che sollecita l'apertura di un'indagine sui prigionieri rinchiusi nella base statunitense di Guantanamo. Gli Stati Uniti hanno iniziato subito una sorta di controffensiva diplomatica, specie nei riguardi del Cile, dove esponenti politici e organizzazioni sociali hanno chiesto al presidente Lagos di affiancarsi all'Avana nella denuncia della situazione di Guantanamo. Una tale presa di posizione "può avere conseguenze non solo per il Cile, ma per tutti": questa la velata minaccia dell'ambasciatore Usa a Santiago, William Brownfield.
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