PER NON DIMENTICARE
Data: Lunedì, 26 aprile @ 19:18:58 CEST Argomento: Vagabondando in Rete ho trovato...
Dal sito dell'Anpi, io l'ho trovata
molto bella.
Buona strada a tutti, Roger
Quel rigido inverno del '43
E tu implacabilmente stavi lì,
affondavi nella neve bluastra le tue smunte gambette,
con quegli occhi oltremare vedevi tua madre spogliata di sé.
E tu implacabilmente stavi lì,
tra poco sarebbero giunti anche da te
e con gli altri saresti finito a spalare la neve.
E tu implacabilmente stavi lì,
con la tua mente di bambino ormai uomo per violenza subita,
del mondo che appena conoscevi ti chiedevi se fosse reale oppure sogno.
E tu implacabilmente stavi lì,
avevi raggiunto il limite che ti permetteva di sfidare la vita,
il freddo che ti congelava le membra e tu che non riuscivi più a rabbrividire.
E tu implacabilmente stavi lì,
delle urla sguaiate dei soldati ne avvertivi l'eco che cavalcava il vento,
tuo padre il mese prima...quel giorno tua madre...
E tu implacabilmente stavi lì,
nel cielo bianco attraversato da un volo immaginasti la vita
così capisti l'importanza di resistere e puntasti i piedi.
E tu implacabilmente stavi lì,
nella tua personcina smagrita affrontasti l'arroganza della vedetta sopraggiunta,
t'intimò di unirti al gruppo.
E tu implacabilmente stavi lì,
la forza dei morti che per sbaglio respirano ti animava,
sapevi di poter combattere tutto in quel rigido inverno del '43.
E tu implacabilmente stavi lì,
anche quando il soldato si stizzì per la tua passiva resistenza,
anche quando prese il mitra e lo puntò.
E tu implacabilmente stavi lì,
il vento ti sferzava il volto, l'indice premette...il caricatore s'inceppò
poi il fuoco divampò nella baracca numero dodici.
E tu implacabilmente stavi lì,
mentre lui richiamato si allontanò imprecando
tra la neve che aveva cominciato a cadere di nuovo.
E tu implacabilmente stai lì,
nel salotto buono a raccontare a tuo nipote di quel rigido inverno del '43;
e mentre lo guardi tradisci l'emozione infinita di narrare la storia di un bambino
che aveva vinto la morte resistendo alla vita.
(Giuliana Degl’Innocenti)
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