Bentornati a Genova
Data: Giovedì, 29 novembre @ 13:55:28 CET
Argomento: Succede in Italia
Raccogliamo e pubblichiamo il racconto del cantastorie Daniele (suonicista randagio ed ex fisarmonicista MCR) sul suo 17 novembre a Genova. Grazie DaniTo! - di Leila
"Mi sono concesso sabato una splendida passeggiata in ottima compagnia per le strade di Genova eccezionalmente liberate.
Sei anni fa all'epoca del G8, purtroppo o per fortuna non c'ero, facevo Commedia dell'Arte sul carro della Compagnia dei Confidenti. A passo di cavallo, 5 Km all'ora, giustamente la gente chiedeva se stessimo andando a Genova. Come no, arri! Istevar! Se tutto va bene siamo lì tra due mesi, a settembre, vai! Oppa! A sfondare la zona rossa! Ed eravamo solo all'inizio del secondo regno del nano infame, non erano ancora state buttate giù le torri e non erano ancora stati sterminati due interi paesi e conservavamo una speranza di pulizia. L'abbiamo poi faticosamente recuperata nelle piazze, a Firenze facendo schiattare di rabbia l'orrida Fallaci (che Manitù porti calcoli e piorree a chi le ha dato la prima pagina del Corriere), sulle montagne della Valle ribelle e, incredibilmente, tra i magnagati di Vicenza (arrivo, arrivo).
A Genova era un altro conto da regolare.
Una strada dove bisognava passeggiare e mostrare ancora e sempre al povero obnubilato Astante che la libertà si conquista. Per puro culo la tranche torinese non ha sofferto il calvario regalo di Trenitalia ai manifestanti che arrivavano da Roma o da Napoli. I No Tav ovviamente si erano organizzati per conto loro e, freschi come rose, aprivano la sfilata con i loro bambini radiosi, cosa che ovviamente non vi hanno detto in tv. Viadotti cavalcavia e tunnel sono stupendi da camminarci, l'avevo già constatato sulla A32. Qui non c'è il vento di montagna, si può ammirare il mare e il tramonto, mentre normalmente nelle scatole di metallo la vita è in gioco, lo sguardo è fisso, le mani strette al volante e non si può neanche respirare (ed è meglio, vista l'aria). C'era persino lo stilista dell'organetto padrone di casa, Pippo Gambetta (senza strumento: pusillanime! :-p Hai perso l'occasione di fare la serenata a Heidi. Silvia Baraldini la Bestia Nera dell'orco yankee invece non l'ho trovata accidenti!) e un florilegio di gruppi gruppetti e bande, troppe per conoscerle tutte, per scambiare brani con tutte e per fare in tempo ad arrivare in piazza e sentire il discorso tosto dell'immenso Don Gallo (meno male che c'è You Tube). Nel tunnel capisci il senso della canzone di Alessio, forse la migliore mai scritta sul G8 (qui), la claustrofobia di quel Mi che diventa Sol MINORE (niente via d'uscita) e solo dopo un Fa sfocia in un La minore che dà sollievo solo momentaneo. Il quasigiro di Do scorre lento come il filo dei pensieri, mentre attendi che la folla si sblocchi. E invece rimpiomba il Mi, acuminato come il tonfa dei traditori in divisa e le menzogne dei criminali in giacca e cravatta. In piazza, quando si smette di suonare è il momento in cui arriva il freddo. Impagabili gli Assalti Frontali dalla coerenza granitica rispetto all'ultima volta che li ho incrociati (allora non sapevano Morti di Reggio Emilia, oggi non sanno Bella Ciao: questa è coerenza! Ahò, se stà a scherzà...).
Per l'ennesima volta chi si è rintanato dietro le serrande e ha creduto ai gufi di regime ha perso l'occasione di fare affari d'oro (e a Genova la cosa dovrebbe pesargli: ben gli sta!) mentre giù il cappello davanti alla sublime artigiana del cioccolato dietro a piazza De Ferrari che lasciava addirittura assaggiare le sue prelibatezze. Grazie a lei la libertà sa di zenzero e cannella. S'ha da conquistarsela di brutto, non è punto facile." (Daniele DaniTo Contardo)
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