Un'altra Vicenza è possibile?
Data: Martedì, 30 gennaio @ 20:00:00 CET Argomento: Succede in Italia
Le notizie sulla città veneta arrivano da destra e da sinistra. Mancava una versione della Grande Famiglia. - di Checco
Conoscete Vicenza?
Forse in questo periodo ne avrete sicuramente sentito parlare per la questione dell’ampliamento della già presente base militare.
Già... perché questa ridente cittadina (poco più di 110mila abitanti), considerata dal 15 dicembre 1994 patrimonio UNESCO, ospita sin dal dopoguerra la nota caserma militare “Ederle”.
Ora c’è il rischio che questa base venga allargata, tramite l’ampliamento dell’aeroporto civile “Dal Molin”, fino a diventare la più grande base americana d’Europa, con oltre 20 mila soldati, a soli 1500 metri dal centro storico della città e a 850 dall’ospedale civile.
Come se ciò non bastasse, verrebbero gettati 600 mila metri cubi di cemento nell’ultima area disponibile per progettare il futuro della città, provocando gravi problemi per le falde acquifere situate in quella zona, richiedendo un’elevatissima quantità energia, consumando tanta acqua quanta quella di cui hanno bisogno 30 mila cittadini, costando ai contribuenti milioni di euro (il 41% delle spese di mantenimento delle basi militari Usa nel nostro territorio è coperto dallo Stato Italiano) e complicando ancor di più la viabilità di una zona già in crisi.
L’Amministrazione Comunale, capitanata dal sindaco "forzista" Hullweck, forte dell’assenso dato dal Governo Berlusconi all’operazione, prima ha nascosto a noi cittadini il progetto per tre anni e poi, ignorando la posizione contraria della popolazione, lo ha approvato durante un Consiglio Comunale blindato e contestato, negando, tra l’altro, ai cittadini la possibilità di esprimersi attraverso il referendum.
Dopo che per mesi il nuovo e il Comune hanno continuamente posticipato il dialogo, rimpallando tra di loro la “patata bollente”, il presidente del consiglio Prodi, dopo aver più volte ribadito la centralità dell’opinione della comunità locale, ha ceduto agli interessi economici e militari, dichiarando in una conferenza stampa inaspettata, che «il Governo non si oppone alla nuova base Usa».
Ma Vicenza non si arrende di fronte a questo scempio e chiama tutti, come accaduto lo scorso 2 dicembre, a mobilitarsi e a partecipare alla manifestazione del prossimo 17 febbraio, contro la militarizzazione di una città, contro un nuovo avamposto destinato ad esportare democrazia sotto forma di bombe, per un futuro di pace, senza guerre né caserme.
Vicenza chiama... e noi che facciamo?
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