Dopo il lungo inverno: recensione 'selvaggia'
Data: Martedì, 16 gennaio @ 13:55:25 CET Argomento: La Rassegna Stampa sui Ramblers
Ecco a voi la recensione del Mucchio! - di Arianeve e Montex
Federico Guglielmi dello storico Mucchio selvaggio, dal n.628 (Novembre 2006)
le ha cantate e suonate, ai Ramblers...
DOPO IL LUNGO INVERNO (Mescal/Universal)
“Si deve senza dubbio credere alla loro buona fede, e certo va considerato legittimo il loro desiderio di esorcizzare prima possibile una defezione pesante come quella di Cisco, ma i Modena City Ramblers avrebbero fatto cosa saggia, prima di confezionare un altro album, a prendersi una lunga pausa: sarebbe servita per capire meglio quale direzione imboccare, per conferire maggior sicurezza del proprio ruolo ai nuovi cantanti Davide Morandi e Betty Vezzani, per comporre/arrangiare brani inequivocabilmente di grande spessore, anche per non dare all'ambiente l'impressione che la perdita di un ulteriore, importante pezzo della Grande Famiglia fosse un problema di poco conto (perché in fondo a contare sono il "marchio" e lo spirito e bla bla bla). Invece, appena un anno dopo l'abbandono del loro front-man, i Ramblers del 2006 hanno già esordito su disco: un disco fin troppo ricco (sedici canzoni e tre frammenti), fin troppo diverso dal passato (assai meno combat-rock e più folk, anche nel senso acustico del termine), fin troppo eclettico nell’ispirazione, fin troppo esplicito nel sottolineare il cambiamento avvenuto. Perché "fin troppo"? Perché Dopo il lungo inverno, pur meritando un sincero plauso per il coraggio di reinventarsi messo in luce dai suoi titolari, si rivela in massima parte deludente: scarso impatto nei pezzi che dovrebbero essere "fisici", poco pathos in quelli d’atmosfera, voci inadeguate (comunque espressiva quella di Betty, ma impersonale quella di Davide), intrecci strumentali limpidi e ospiti che paiono voler sviare l’attenzione dalla generale insipienza del songwriting, testi che per lo più scorrono via senza lasciar traccia e in qualche caso irritano (Mia dolce rivoluzionaria è da gogna, specie nel ritornello). D’accordo, si tratta di un secondo (terzo? quarto? quinto? Ho perso il conto) inizio, ma al momento il cielo è pieno di nubi e il sol dell’avvenir è oscurato dall'ombra inquietante di quei Nomadi dei quali i Nostri rischiano di raccogliere l’eredità. Una prospettiva terribile.” Federico Guglielmi
Il Mucchio online: www.ilmucchio.it
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