Di vin brulé, ceste di vimini e guanti senza dita: cronaca di un concerto
Data: Mercoledì, 27 dicembre @ 17:35:27 CET Argomento: La musica che ascolti su Radio Rebelde
Quando il giorno dopo Natale diventa occasione per farsi gli auguri in modo speciale...
IL CONCERTO 'ILLEGALE' DI SANTO STEFANO! - di Guido Foddis
Il 26 dicembre giorno di riposo? Ma quando mai?
Oggi non tira aria da pantofole, tira aria da manette dato che sto per effettuare un raid musicalcolico nella mia ormai ex città di residenza...
Avete presente come si prepara una pentolata di vin brulè? Io no, anche se a cucinare me la sono sempre cavata piuttosto bene (come testimoniano le mie mammelle e i miei fianchi generosi...)
Ricetta: slitrare nel pentolone il vino, in esso scortecciare i bio-limoni, catapultare un cucchiaio di chiodi di garofano, frazionare qualche stecca di cannella e infine diabetificare con etti di zucchero. Bollizzare il composto organico così ottenuto.
Semplice no? E' il concetto della fagiolata alla Bud Spencer, dove viene sistematicamente rovesciato ogni ingrediente più o meno compatibile. Questa ricetta di vin brulè trovata su internet e poi adattata a ciò che avevo in casa verrà così tramandata ai posteri come la 'tòt dèntar'!
Ora che il brulè è pronto lo sistemo bello rovente in una pentola a pressione che sigillo e inserisco in una borsa di vimini, reperto vintage delle vacanze familiari in spiaggia negli anni '70! La studio con cura e mi chiedo stupito come possa aver tenuto botta tutti questi anni, con i suoi manici ancora saldamente attaccati al corpo...
In un sacco nero del pattume di dimensioni gigantesche trovano posto panettoni, pandori e, colpo di scena, pizzette assortite e un ettaro di erbazzone, che non so perchè ma stava in frigo da un giorno. L'erbazzone è un dettaglio fondamentale per il rave di Santo Stefano! Mi sa molto di punk ferrarese, la corrente culturale di cui vengo ritenuto portabandiera...
I guanti senza dita e un berrettone boliviano a prova di polo nord completano la preparazione dell'evento. Esco così di casa chitarra sulle spalle, carico come un mulo e conciato come un deficiente!
Pochi passi e uno scricchiolio sinistro prelude alla rottura del manico della cesta di vimini. Hai resistito per decenni aspettando questo momento eh, manico di merda! La pentola a pressione, per fortuna rimasta chiusa, rotola per corso Porta Po. Auguri a tutti! Auguri anche a quello stronzo del secondo piano che incrocio e che come sempre non mi saluta!
La prossima tappa è a casa dell'Inge, il mio fonico-tecnoriparatore di fiducia che mi sta dotando un miniamplificatore di una nuova poderosa batteria ricaricabile. Come tutti i geni dell'elettronica è rimasto appiedato da una banale foratura, dunque mi precipito a soccorrerlo accumulando così il mio solito quarto d'ora di ritardo. Meglio così, cominciava a preoccuparmi la mia puntualità...
Recuperato l'amplificatore e lasciato in dono un pezzo di erbazzone al prode tecnico del suono parto in direzione Bologna!
La macchina diffonde un intenso odore di brulè per la strada statale.
Bologna sono di nuovo qua! Fanculo Bologna!
Nel frattempo ho ricevuto SMS di ogni tipo da gente che si è persa, gente che chiede perchè è lì da stamattina e non si è ancora visto nessuno, gente che tira il pacco dell'ultimo minuto con improbabili balle (tipo 'ho un parente che nel pranzo si è sentito male e lo sto portando a fare accertamenti').
Come ho imparato negli anni vissuti qui, Bologna sotto le feste è divertente come una visita in certosa! Non c'è quasi nessuno per strada, gli studenti sono a centinaia di km che si abbuffano in famiglia. Mi fa compagnia solo Sirio con il suo occhio elettronico, che non capisco mai se è aperto, chiuso o socchiuso. So solo che se non passo è chiuso, se passo era aperto!
Matias è lì che mi aspetta in via Zamboni per farmi da sherpa, così gli affido il sacco nero e la chitarra. A me rimane l'amplificatore e la sgangherata borsa di vimini senza un manico. Arrancando e scancherando raggiungiamo la piazza designata per l'esibizione. Entro pochi minuti l'assembramento di malvissuti si completa e cominciano i brindisi, nell'ordine rigoroso: alla figa, alla vita e a noi!
La fa da padrone il Canapaio, figura chiave di tutti i miei rave party, a partire da quelli sul camion di qualche anno fa. Questo instancabile compagno, che a seconda delle circostanze sa trasformarsi in elettricista, meccanico, allenatore di calcio, fonico, tour manager e chissà cos'altro, estrae un computer portatile che con 13 riduttori a catena riesce a collegare al mio amplificatore...
La gente che esce da messa viene così investita da Donna Summer e Diana Ross (il repertorio da deejay del Canapaio è ancorato alla sua gioventù bresciana, quando Tony Manero non era ancora diventato un assassino).
L'arrivo di una fetta di Trichet è il segnale, inizia il live in Santo Stefano! Fisarmonica, chitarra acustica, come sempre in-udibile, e chitarra elettrica, questa l'estemporanea formazione. Cerco di levare i guanti senza dita, ma nella colluttazione un paio di falangi di stoffa si strappano irrimediabilmente. Ecco perchè costavano poco!
Ringrazio prontamente Dio per questo nuovo contrattempo e gli dedico una canzone. Non la eseguivo dai Mondiali Antirazzisti... Nella versione country alla Johnny Cash, cantata da me e dai presenti a labbra serrate, ecco a voi... 'Camminerò (sulla tua strada Signor)'!!!
Lo scoppiettante concerto di strada si dipana ora su polke irlandesi del repertorio trichetista, ora su improbabili cover, per finire poi su qualche mia canzone cantata dai malvissuti presenti ormai già in stato di molesta ubriachezza! Ecco allora che la motivazione politica di questo rave esce allo scoperto, sotto forma di instant song! Il soggetto della canzone testè improvvisata è naturalmente il sindaco, grande assente di giornata. 'No Coffy? No party! No Coffy? No shop!' Così recita più o meno la mia instant song...
Il Canapaio annuisce solenne, mentre fa su un cannone.
I malvissuti ballano quadriglie, eseguono coreografie cosacche, si lanciano in valzer da balera. Ci stiamo divertendo, dunque avremmo tutte le carte in regola per essere arrestati... Ma la tanto temuta SS di Bologna non viene a interrompere il nostro concerto, che così si conclude positivamente verso le 21. Il Valsugano estrae un fornellino e mette a scaldare una pentola di parampampoli sotto il portico (pratica del tutto illegale) mentre i superstiti infreddoliti spazzolano ogni traccia alimentare dal grande sacco nero del pattume, ormai diventato floscio e privo di personalità.
Io controllo i mille SMS che nel frattempo sono arrivati sul mio telefono. Uno è di mia sorella e dice: 'Ho un gigione di 3,8 Kg attaccato alla tetta! Si chiama Piero!'
Benvenuto Piero! I malvissuti emettono un boato di partecipazione alla notizia che sono di nuovo zio!
E' stato bello, grazie ora vado, ciao! Ciao! A presto! Cosa fai a Capodanno? Ci sentiamo, sì, smack, salutami tutti, anche tu.
Il ritorno verso la macchina è molto rilassato, merito anche del prode Canapaio! E' andato tutto liscio, stranamente...
Infatti la macchina non parte! Porca puttana! Telefono al mio sherpa e al Valsugano, ancora nei paraggi, e iniziamo una focosa sessione di spinta. Inutile, manco a dirsi. Per fortuna dal mio baule modello Doraemon salta fuori un cordino da scalata in buone condizioni. Lego la mia Ford alla Fiat Punto di Matias e mi faccio trainare per i viali di Bologna. Che scena surreale... E' il made in Italy che trionfa sul made in USA! Oggi sì, posso proprio dirlo fuor di metafora che... LA FIAT TIRA UN CASINO!!!
Una scintilla, bruuummm, miracolo! Il calvario si esaurisce così sul ponte di San Donato!
Libero ormai dalla fune posso imboccare la strada del ritorno. L'odore di brulè in macchina mi accompagnerà ancora per giorni temo. Sirio probabilmente mi manderà una cartolina tra un paio di mesi. Ma tanto che cazzo me ne frega? Penso solo che un gigione di 3,8 Kg è attaccato alla tetta di mia sorella!
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