Oltre il ponte che è in mano nemica...
Data: Venerdì, 08 settembre @ 10:00:00 CEST Argomento: Per Non Dimenticare
Si sa che le canzoni sono fatte, spesso, per emozionare. Io vi racconto una mia personale emozione, legata a questo giorno cosi' importante per l'Italia e legata ad una canzone che conosciamo molto bene - di Giovy
Era il 1943.
Mio padre aveva la bellezza di 9 giorni di vita... l'otto settembre del 1943.
Il suo compleanno è il 31 Agosto.
Il 31 Agosto del 1943, finchè mia nonna partoriva in una casa dispersa tra risaie, fossi, pioppi e zanzare, mio nonno si trovava oltre il ponte sul Po con le truppe italiane.
Venne avvertito il primo settembre... il primo settembre seppe che il suo quarto figlio era nato sano e bello.
Il quarto figlio si' ... ma il primo maschio.
Bisognava andare a casa a vederlo.
Non che le femmine fossero da meno... ma un maschio per lui voleva dire moltissimo.
Si incammino' all'alba e, poco dopo il tramonto, entro' nella corte dove si trovava la porta di casa sua.
Le bimbe, ovvero le mie future zie, lo abbracciarono... e lui corse da sua moglie per vedere quel bimbo.
Passo' qualche giorno a casa finchè dal fronte tutto taceva.
Calma strana in quei giorni.
Qualsiasi soldato semplice al fronte percepiva che sotto c'era qualche manovra politica importante.
Anche se i giornali non arrivavano tutti i giorni.
Fu cosi' che, all'alba del mattino dell'8 settembre 1943, mio nonno si rimise la divisa e parti' per tornare assieme alla sua guarnigione, là... di stanza sul Po.
Fu cosi' che non seppe dalla radio dell'armistizio...stava camminando finchè il radiogiornale diceva che l'Italia ora era contro i nazifascisti. E lui, che aveva fatto parte delle fila dell'esercito del Duce semplicemente per dar mangiare a moglie e figli, si trovo' quasi smarrito quando, passando per qualche paesino, qualcuno gridava per strada " E' armistizio!!! E' armistizio!!!".
"Armi che??" si chiedeva lui... che era sempre stato contadino.
Prosegui' per la sua strada, finchè non vide il ponte sul Po.
Arrivato a quel ponte vide i tedeschi.
I tedeschi videro lui.
E lui venne fatto prigioniero, portato via.
Allora mio nonno capi' che armistizio voleva dire "la tua truppa diventa amica di quello che prima era il nemico. Coloro che prima erano amici, ora sono nemici."
Rivide sua moglie, le sue figlie e mio padre quasi un anno dopo.
Torno' dalla Germania a piedi. Come molti altri, del resto.
Attraverso' i pioppeti e solidarizzo' con i partigiani.
Rivide la sua casa.
Varco' il portone della corte.
Mio padre quasi camminava.
Non si penti' mai di quella notte in cui torno' a casa.
Non si penti' mai di essere andato oltre il ponte, il ponte che è in mano nemica.
Oggi, che è l'otto settembre, mi viene da pensare con un filo di commozione a quel nonno che non ho mai conosciuto ma che la mia nonna paterna mi ha sempre raccontato.
E questa era la mia favola preferita.
Preferita perché é vera.
E' per questo che mi emoziono tanto quando qualcuno, riprendendo le parole di Italo Calvino, canta una certa "Oltre il Ponte".
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