Questo sangue che impasta la terra di Francesco Guccini & Loriano Macchiavelli
Questo
sangue che impasta la terra
- Francesco
Guccini & Loriano Macchiavelli - Mondadori -
Un
altro libro con le "avventure" del maresciallo Sansovito, il personaggio
creato dal duo Guccini-Macchiavelli.
All'inizio degli anni Settanta,
a Bologna, nel clima della rivolta giovanile, comincia a serpeggiare anche la
strategia della tensione. Due avvenimenti irrompono nella tranquilla vita da
pensionato dell'ex maresciallo Benedetto Santovito. Un giovane in tuta mimetica
viene scaricato, morente, davanti all'ospedale di un paese dell'Appennino. E
poco dopo, una studentessa, figlia di un'amica del maresciallo, scompare misteriosamente.
I due avvenimenti sono collegati? Santovito deve scoprirlo in una città
brulicante di ragazzi, slogan di piazza, figure di rivoluzionari e spioni, un
luogo dove l'utopia e le trame più occulte si fondono in una zona grigia,
indistricabile.
Millenovecentosettanta.
E l'Italia in cui comincia a serpeggiare la strategia della tensione, mentre
continua la rivolta degli studenti e si diffonde l'esaltazione per una vita
promiscua, libera, creativa.
Alla febbre dei nuovi tempi non può sfuggire neppure l'ex maresciallo
Benedetto Santovito, che ha lasciato l'Arma ma non l'impervio paese dell'Appennino
che gli è entralo nella pelle e nel cuore, insieme ai silenzi della sua
gente.
La concomitanza di due avvenimenti misteriosi strappa Santovito dall'orizzonte
di quieta contemplazione in cui è immerso, uno stile di vita semplice,
costruito attorno alle ricerche di funghi nel bosco, alle rituali accensioni
del toscano, alla squisita cucina della Napoletana e al ricordo di Raffaella,
la sua donna, che non è più con lui.
Nottetempo, un giovane in tuta mimetica viene scaricato morente davanti all'ospedale
della cittadina da una jeep che riparte sgommando nel buio. L'infermiera di
turno, Domenica, ha un figlio adolescente i cui amici posseggono una jeep. Questa
coincidenza basta a inquietarla profondamente e a spingerla dall'ex maresciallo
Santovito, perché lui continua a essere per tutti il maresciallo, anche
se il nuovo arrivato, il veneto Garbili, è un uomo sollecito e disponibile.
Ma Domenica non è l'unica madre che è in ansia per il proprio
figlio e ha bisogno di una figura in qualche modo paterna. C'è anche
Patrizia, una vecchia amica, che vive nell'angoscia: la figlia Raffi è
scomparsa. A Bologna i suoi compagni della nuova bohème studentesca non
sanno più niente di lei.
Santovito non se la sente di deludere le due donne e indaga su due fronti: in
montagna per trovare l'assassino del giovane in tuta mimetica, e in città
per seguire le tracce della ragazza scomparsa. Lo aiutano nuovi personaggi,
mentre vecchie conoscenze lo intralciano; tra queste l'inossidabile, nell'ostilità
come nell'idiozia, maresciallo Ares Amadori, che nel frattempo, come molti raccomandati
e non pochi stupidi, ha fatto carriera.
Sia a Mazzacane, in mezzo a boschi, erte e forre, sia sotto i portici bolognesi,
sui tetti, nelle camere affittate a studenti, i luoghi propizi a un agguato
non mancano; e non mancano i potenziali sospetti tra pastori sardi taciturni,
loquaci informatori, ufficiali dei Servizi Segreti e aspiranti rivoluzionari.
Tra le mura della città e in mezzo al fogliame dei boschi, le utopie
scandite ad alta voce negli slogan di piazza e le trame più occulte si
mescolano in una zona/grigia, pericolosa, assassina. Ancora una volta Francesco
Guccini e Loriano Macchiavelli raccontano una storia appassionante fondendo
gli elementi classici della detection con la ricostruzione della storia italiana
più controversa e, a distanza di anni, ancora bruciante.