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NOTAV: una questione non emotiva
Postato il Mercoledì, 28 dicembre @ 14:44:18 CET
Argomento: Succede in Italia
Succede in ItaliaUna serie di risposte sintetiche sulla questione TAV senza lasciarsi trasportare dalle emozioni...

1. Innanzitutto, la domanda non deve essere posta come "Perché un treno ad alta velocità", ma piuttosto: "Perché un treno ad alta velocità che colleghi Torino e Lione (e Parigi, e Lisbona, e Kiev)"? Si tratta infatti di un problema specifico, e non generico. A questa domanda hanno già provato a rispondere tecnici ed economisti una decina d'anni fa, e non ci sono riusciti, per un semplice motivo: non esiste una domanda per un'offerta di questo tipo, tanto che negli ultimi anni sono stati persino soppressi i pendolini Torino-Lione. Anche i più accorati fautori del progetto si erano accorti che la loro proposta non era credibile. Dunque, la domanda è diventata: "perché non un treno ad alta velocità/capacità?" E le risposte possono essere molteplici. La prima: prima di creare nuovi e costosissimi progetti, verifichiamo qual è il loro bisogno reale e quali ne possono essere le conseguenze per l'economia. Per quel che riguarda il traffico di merci, la velocità non è affatto un requisito essenziale: come giustamente fa notare Beppe Grillo, non cambia nulla se una mozzarella viaggia a 60 km/h o a 280 km/h. Potrebbe, chiaramente, essere un beneficio a livello ambientale: una corretta politica di trasporti che favorisca il trasporto su rotaia libererebbe le strade e l'atmosfera da buona parte dei gas di scarico. Tuttavia, uno studio svolto dall'Università di Siena [1] dimostra che, calcolando l'energia spesa e l'inquinamento prodotto per la costruzione e la successiva manutenzione di una linea in un territorio dalle caratteristiche orografiche della Valle annullerebbero qualunque beneficio futuro e creerebbero per contro una situazione probabile di compromissione irreversibile per l'ambiente, a causa soprattutto del non sempre prevedibile incontro di falde acquifere durante lo scavo [2]. La ditta appaltatrice (CMC di Ravenna) ha peraltro già prodotto danni irreparabili per l'idrografia (e conseguentemente per la flora e la fauna) della zona del Mugello [3]. E con l'acqua occorrerebbe evitare troppe leggerezze, visto che sul pianeta non abbonda più. Proprio per quel che riguarda la questione del consumo energetico e della tutela dell'ambiente, si potrebbe inoltre obiettare che il solo modo per una reale salvaguardia è un nuovo orientamento del sistema economico e soprattutto trasportistico, tale che si evitino trasporti inutili e che si favorisca una politica di consumi autarchici, là dove sia possibile. Ci si chiede infatti che senso abbia bere a Parigi una bottiglia d'acqua italiana e a Bologna un'acqua francese. Ma questo è un discorso assai complesso, che non si può esaurire in poche righe.

2. Per quel che riguarda il fattore economico, non mi sentirei di vederlo così trascurabile, in questo momento storico, dal momento che, se anche è stata studiata una singolare strategia di pagamento che andrà a colpire (con qualche interesse) le generazioni future più ancora della nostra, stando alle contenutissime previsioni attuali quest'opera verrebbe a costare più di 500 euro a cranio per ogni italiano che paga le tasse. Però non ci vengono a dire: paga questi 500 euro, sono per l'alta velocità: altrimenti vorrei vedere chi sarebbe a favore. No, ce li spalmano in modo sornione tra le tasse.
Non che ai tempi di Cavour stessero meglio di noi. Però, restando puramente in ambito di trasporti, credo sia legittimo chiedersi che senso abbia iniziare una roba di questo tipo, che servirà comunque a pochi, quando invece mezza Italia viaggia ancora a binario unico su treni disastrati che stanno toccando il peggio della nostra storia ferroviaria, e il governo non ha alcuna intenzione di investirvi un centesimo.

3. Ammesso che una persona possa essere legittimamente sostenitrice dell'alta velocità/capacità - e con questo mi ricollego al punto 1. -, proprio per affidarsi alla ragione e slegarsi dalle emozioni che gli comporta il suo affetto per la propria idea ancor più che per l'alta velocità in sé, dovrebbe avere il buon senso di comprendere che questo tipo di linea non può essere costruito indiscriminatamente su qualunque tipo di territorio. Mi spiego: tra Torino e Milano, al di là dell'impatto visivo, dell'inquinamento prodotto per la costruzione (che è avvenuta in tempi ben più brevi rispetto a quelli previsti per la Torino-Lione) e della morte di diversi campi, l'alta velocità ci può stare: è un tratto pianeggiante, dove non occorre fare salti mortali per costruire una linea retta. Lo stesso vale per buona parte della Francia. Costruirla nel mezzo di New York oppure tra l'India e il Nepal, potrebbe causare qualche problema in più. Qui non siamo nel mezzo di New York, eppure l'alta velocità, stando al presente progetto, dovrebbe passare (soprattutto nella Gronda) in mezzo a territori abitati, a una distanza dalle abitazioni ben inferiore ai 150 metri previsti dalle normative vigenti negli altri paesi europei; e nemmeno siamo in India e neppure in Nepal, ma vogliamo pensare ai costi in materiali, energia, inquinamento, tempo, denaro che imporrà la conformazione orografica del territorio? Vogliamo pensare che, anche ammesso che l'amianto si possa isolare e l'uranio si possa trattare (e chissà, magari pure estrarre di nascosto), questi trattamenti implicheranno un'impennata folle a tutte le previsioni, che già tali quali sono innescano più di un dubbio in geologi, ingegneri dei trasporti ed economisti delle più diverse estrazioni? E anche ammesso tutto questo, per quel che riguarda la trattazione dell'amianto (quello è innegabile, si sa che c'è) e soprattutto per lo smaltimento del 15 milioni di metri cubi di detriti (lo "smarino") che dovranno pur trovare qualche collocazione, il rischio zero per la salute non esiste.

4. Mi permetto di aggiungere un punto: la legalità. Attenzione, non parlo di poliziotti, manganelli e quant'altro. Parlo del curriculum di troppe persone che hanno partorito questo progetto, o che ne sono state o ne sono coinvolte. Parlo dei vergognosi conflitti di interesse che coinvolgono il nostro ministro dei trasporti e dei lavori pubblici, senza che troppa parte dell'Italia riesca nemmeno più a indignarsi. Cito qualche nome a caso, e lascio il compito di una ricerca su Internet: Pacini Battaglia, Necci, Maraini, Incalza, Cirino Pomicino, Lunardi. Parlo dell'assoluto silenzio che tutti i maggiori media - le cui proprietà sono a diverso titolo coinvolte nel progetto - hanno calato per anni (nonostante un vero e proprio "assillo" da parte della Valle) sulle problematiche sollevate dalla realizzazione dell'opera, emerse a livello nazionale solo dopo i fatti violenti del Seghino. E consiglio vivemente la lettura di un bel libro scritto dal giudice Ferdinando Imposimato [4], Corruzione ad alta velocità, ed. Koiné, 1999, in cui emerge chiaramente che l'intero progetto dell'Alta Velocità in Italia ha creato una Tangentopoli, non ancora punita che in minima parte, con cifre enormemente superiori.

Queste sono le ragioni su cui mi sento di invitare a riflettere chiunque, prima di pronunciarsi a cuor leggero per un "sì" alla Torino-Lione.

Giorgio Perino - Bussoleno


[1] M. FEDERICI, Analisi termodinamica integrata dei sistemi di trasporto in diversi livelli territoriali, Siena, 2001

[2] come si evince leggendo con attenzione il documento stilato dalla Commissione Intergovernativa, assolutamente favorevole al progetto: COMMISSION INTERGOUVERNEMENTALE FRANCO-ITALIENNNE POUR LA NOUVELLE LIGNE FERROVIAIRE LYON-TURIN, Relazione del gruppo tecnico “Tunnels” sulla fattibilità di una nuova linea ferroviaria tra Francia e Italia, 2000, in www.legambientevalsusa.it.

[3] cfr. www.legambientemugello.it

[4] giudice istruttore dei più importanti casi di terrorismo (caso Moro, attentato al Papa, omicidio di Bachelet). Per tre legislature è stato membro della commissione antimafia e si è occupato di processi contro mafia, camorra e sequestri di persona. La sua lotta per la legalità gli è costata la morte violenta del fratello.


 
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Chi cavolo ci salirà mai su quella TAV ? (Voto: 1)
di DomenicoSchietti il Giovedì, 26 gennaio @ 16:38:36 CET
(Info Utente | Invia un Messaggio) http://www.liberaassociazioneilpopolo.it/1/3/semplificazione/societa-liberta/
Prima di internet un cantante di successo stampava milioni di CD da distribuire capillarmente in decine di migliaia di punti vendita. Ora basta scaricare il suo file MP3 da un sito autorizzato.

Oppure pensate ai giornali. Prima bisognava andare nel bosco, tagliare l'albero, farne carta, poi procurarsi l'inchiostro, poi stamparli, poi distribuirli nelle edicole e andare a comprarli. Ora invece basta entrare in internet nel sito del proprio giornale preferito e leggere direttamente la notizia che ci interessa. Non serve stampare un'intero giornale se al 90% dei lettori interessa una sola notizia. E' sufficiente trovarla in internet e stamparsela da sè con la propria stampante.

E in Banca o in posta quando mai ci si andrà più se tutte le transazioni si possono fare on line?

E i postini? Con la posta elettronica c'è ancora qualcuno che spedisce lettere col francobollo?

E perchè i rappresentanti dovrebbero continuare a girare di negozio in negozio, di azienda in azienda quando chiunque fosse interessato all'acquisto di determinati prodotti attraverso i motori di ricerca può venire direttamente in contatto con tutte le aziende del mondo?

E perchè le aziende dovrebbero usare materie prime da far arrivare dall'estero pagandole a caro prezzo quando ormai è possibile produrre tutto con materiali riciclabili, fibre vegetali e biomasse da produrre in proprio localmente?

Secondo i miei calcoli nei prossimi 20 anni i trasporti via terra diminuiranno di oltre l'80% mentre al contraio aumenterà la circolazione dell'informazione.

Proporzionalmente alla disponibilità di energia ed allo sviluppo di motori ad idrogeno non c'è dubbio che gradualmente aumenterà anche il turismo di massa, ma si utilizzeranno aerei da maxitrasporto, nessuno andrà dalla Cina alle Canarie in treno o in macchina. E nemmeno dalla California alla Sicilia o da Mosca a Città del Capo. Poi da Bogotà a Capo Nord meno che meno. E da Bombay a Firenze meno che mai.

Il tunnel verrà pronto praticamente dopodomani o nel 2025? Nel 2025? E allora scusate, ma chi cavolo ci salirà mai su quella TAV per passare sotto il tunnel?

Domenico Schietti
Basta con le strutture faraoniche! [www.free-people-world.com]



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