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Ramblers in Europe #4
Postato il Martedì, 13 maggio @ 15:31:12 CEST
Argomento: Sotto il palco dei Ramblers

Ramblers in London, Ramblers in Dublin... - dai Modena City Ramblers

Ecco, direttamente da www.myspace.com/modenacityramblers, il resto dei racconto sulla prima parte del Ramblers-tour europeo, che ha raggiunto il culmine nei recentissimi concerti di Londra e Dublino.

“Londra ci accoglie in tutta la sua caotica bellezza "brit", ma con un inconsueto - per i suoi stereotipi - clima da tarda primavera italiana. Il sole splende beato da sopra i tetti degli edifici di Camden Town, mentre una leggera e tiepida brezza muove ciuffi e merletti delle migliaia di giovani post punk, freak, emo, rasta heavy che sciamano nelle stradine attorno al Lock. Tanti di loro affolleranno il Dingwalls, rivelando spesso l'accento italiano nel loro inglese di italiani all'estero. Vorremmo avere il tempo di approfondire la conoscenza con molti residenti, non semplici turisti, ma studenti, lavoratori e "cervelli in fuga" dall'Italia. Storie di moderna emigrazione, sicuramente più serena e interessante di quelle del secolo scorso, ma non crediamo priva di sfaccettature complesse e lati difficili... Prima di noi sul palco, e poi a cantare assieme "Oltre il ponte" e "Bella Ciao", il nostro più caro amico londinese, Jason McNiff, già conosciuto da chi ci ha visto dal vivo in Italia in più di una occasione. La serata, dopo i numeri del concerto di Dusseldorf, sembra quella di un concerto in patria: club stipato pericolosamente vicino al sold out, cori vari (lasciamo perdere le reiterate richieste di Contessa... non possiamo continuare in eterno a spiegare il perchè non la vogliamo fare, du' maroun!), calore, affetto, lacrime e streams of beer. Cosa potevamo chiedere di più dalla nostra "prima londinese"? Anche gli inglesi presenti (una decisa minoranza, ma "qualificata"!) sulle note di una improvvisata "If i should fall from grace" dei Pogues perdono il proverbiale "aplomb": combat folk rules!

Nemmeno il tempo di fiatare, e magari avventurarsi nelle "dark streets of London", che la mattina dopo si riparte per l'Irlanda, dove ci aspettano con l'albergo prenotato già per la vigilia del concerto al Village di Dublino. Il grosso della truppa via Ryan Air e, eccezionalmente, Dudu e Ice a sostituirsi ai backliners nella guida del furgone con gli strumenti. Arrivati alla sera dopo essersi imbarcati da Holyhead con un traghetto veloce, ci racconteranno del bel viaggio attraverso la M1 inglese, con vista dello stadio dell'Aston Villa in quel di Birmingham e breve tappa gallese nel villaggio con il nome più lungo del mondo. Prima della nanna, come raramente se non nei giorni off, l'intera truppa si concede una epica bevuta collettiva in un pub del Temple Bar, l'Auld Dubliners, di cui Kaba, Ice, Robby, Fry e Dudu (che era al nostro seguito) si ricordano dal viaggio del '94: tra i suoi tavoli di legno antico allora levarono le pinte nel salutare la scomparsa del grande Massimo Troisi. Time passes, maybe slowly, but IT PASSES...
Non si poteva chiedere di più alla data di chiusura di questa prima tranche europea di tour, il Village ci accoglie offrendoci una venue davvero elegante e prestigiosa: da qui sono passati centinaia di artisti famosi, vi basti pensare che ci suoneranno i Carbon/Sylicon di Mick Jones! La sala è stipata all'inverosimile: Jim, il nostro promoter irlandese, è visibilmente contento, forse non se l'aspettava un successo del genere. Gli italiani, come già a Londra, sono netta maggioranza e il calore e la "dimension" sono palpabili. In un certo senso, è un doppio "ritorno a casa", qui in Irlanda stanno le radici iniziali del nostro percorso musicale, è la nostra "patria dell'anima". Per molti italiani qui residenti, però, il sentirci oggi è un po' un "loro tornare a casa", sentirsi comunque, e nonostante tutto e in culo alla retorica nazionalista, Italiani. Il concerto è tra i più belli che in assoluto, dal '91 ad oggi, ci è capitato di "vivere". Per l'atmosfera, la partecipazione, il feeling col pubblico, la qualità delle nostre esecuzioni. La musica è magia, e in questo caso, e mettendo da parte gli scrupoli di non voler sembrare "tirarcela", la magia del concerto del Village rimarrà impressa nei nostri ricordi più belli. E' accaduto, ed è bellissimo constatare che è stato in Irlanda... non che ci si sia impegnati di più o si fosse più attenti, è questione di alchimie che non sono dominabili. E di cui è anche difficile parlare. Ma sul palco non c'erano solo otto musicisti stretti nel mulinare note e canzoni, e davanti al palco avevamo molte migliaia di volti, ricordi e sorrisi... molte più dei seicento presenti.

Andare a zonzo per l'Europa con tutto il backline degli strumenti al seguito e quattordici persone tra musicisti, tecnici e accompagnatori non è esattamente una cosa semplice da gestire... Se poi la band in questione non ha alle spalle (che ci crediate o no) grandi mezzi e investimenti, ma "solo" e soprattutto tanta passione e capacità di chi da anni lavora assieme a noi, anche l'aspetto economico non è da sottovalutare. Ci sono i voli (rigorosamente "low cost") da prenotare per tempo, gli spostamenti del furgone con gli strumenti tra traghetti e tunnel della Manica, la gestione degli alberghi, le spese quotidiane per alimenti e rifornimenti, il noleggio dei mezzi sul posto... insomma una poderosa mole di lavoro! Che se viene svolto in maniera "pressapochista" e con leggerezza comporta di sicuro il fallimento dell'impresa... Dobbiamo quindi iniziare a ringraziare per primi i due manager che ci hanno accompagnato: il production manager Lele Roveri e il tour manager Sergio Ferruzzi. Grandi ragazzi! Altra importante risorsa da non sottovalutare è la disponibilità a lavorare faticosamente e a sapersi adattare in tutto, dagli orari più assurdi, al macinare migliaia di km di guida, al montare e smontare gli strumenti nel minor tempo possibile in situazioni incredibili fino al dormire su una barca ancorata su un canale con mini-cuccette in stile sommergibile: ecco che i nostri due fidati backliners, Chicco e Luca Serio, non hanno eguali e meritano tutta la nostra ammirazione. Last but not least, the technicians, yeah! Big Talu e Uazza, le nostre "colonne sonore", che ci fanno e vi fanno sentire la nostra Musica del tempo al meglio, per quanto le condizioni dei locali lo possano permettere. Senza di loro sarebbe meglio dedicarsi ad un simpatico unplugged con quattro amici e una birrozza!
Infine, un ringraziamento speciale lo riserviamo anche all'ultimo entrato in casa Ramblers: il mitico Leo Sgavetti. Trattandosi di un musicista, dovrebbe essere già incluso nel "nome collettivo MCR", ma, visto che lui stesso ama definirsi "solo quello che sta dietro la fisarmonica", ci spingiamo a distinguerlo da noialtri in via del tutto eccezionale: grazie di esistere, Roccia, per le tue "doti umane" oltreché quelle (di cui stentiamo peraltro a intravedere i confini) musicali! E, già che ci siamo, sarà scontato farlo ma è per noi un onore: GRAZIE A TUTTI VOI CHE CI SIETE VENUTI A SENTIRE IN QUESTE DATE, AI TANTI CHE, DOPO AVERCI PIU' VOLTE VISTO NEI CONCERTI ITALIANI, CI SONO VENUTI A TROVARE ANCHE LONTANO FACENDOCI SENTIRE ANCORA A CASA E A TUTTI I NUOVI, O RITROVATI, COMPAGNI DI VIAGGIO!!!” (Modena City Ramblers)

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